Claudio Bisio a Sanremo inizia con un monologo banale, sentito e risentito. Parte da Paperoga e finisce con Qui Quo Qua. E poi sale di tono e attacca con la satira politica, a modo suo. Cladio Bisio fa Crozza sul palco dell’Ariston. E che dire? Stupisce. Chi se lo aspettava. Dove sta questa sera Letterio Munafò?
Bisio fa satira politica sul palco dell’Ariston. Questa è la sua prima volta al Festival di Sanremo. E se la gioca bene, se non fosse per quella tromba con sordina che suona fastidiosamente sotto al monologo. Proprio quando ci stavamo sbagliando, arriva la musica ad addormentarci. Beh, direte voi: questo è Sanremo.
Altro che visto e stravisto, questo discorso di Claudio Bisio è inedito, inaspettato. Il palco dell’Ariston non è Zelig. E Claudio Bisio se la gioca davvero bene. La sensazione – da spettatrice elettrice e cittadina – è che ci sia un ritorno all’etica. È come se dietro la facile battuta, i comici che hanno calcato il palco dell’Ariston a una settimana dalle elezioni avvertissero una responsabilità etica e mettessero da parte il loro personaggio, per giocarsi un’occasione pubblica e sociale importantissima.
Sarà per questo che Fabio Fazio, in odor di elezioni, sul palco non ha voluto troppi fiori?