Dalle dolci note delle Ande ai suoni misteriosi della Cina più lontana, dai versi di un grande poeta indiano, musicati con l’harmonium del Bangaldesh, ai canti di lotta del Kurdistan turco, dal ritmo dei tamburi senegalesi, ai suoni di un Egitto in tumultuosa trasformazione. Tutto questo a Roma, capitale delle diversità, che nella musica si scopre città multietnica e multiculturale, centro di raccolta di storie di migrazioni, che proprio attraverso la musica trova il modo di diffondere e amplificare memorie e tradizioni di mondi lontani.
Dodici documentari (da stasera alle 23.10 su Babel ogni lunedì e martedì) dedicati a dodici “nuovi italiani” che vivono a Roma e che hanno portato nella capitale suoni, canti e balli delle proprie terre, contaminandoli. La voce e i passi di danza di Awa Koundoul, vera “principessa” africana, leader di un gruppo di italiani e senegalesi, ci portano nell’Africa equatoriale, così come i suoni di Anatole Tah, ivoriano, geniale inventore di ritmi e parole, insegnante di percussioni al Circolo Bosio. Il Nord del continente nero passa per le sonorità marocchine di Oussama El Karikki e per quelle egiziane, reinterpretate da Saimir Abdelaty Elturky, affiancato, nella sua AraBand dal persiano Pejman Tadayon, da un violinista romano e da una cantante palestinese.
Musicisti che raccontano le loro storie di immigrazione e il loro rapporto con la città di Roma. Un insieme sorprendente di passi di danza e di parole, che accompagnano le note di strumenti musicali diversi e che arricchiscono il nostro panorama musicale, portando a Roma note e canti di mondi lontani. Tutto questo è Musica dell’altro mondo.