Manca ormai meno di una settimana all’inizio della 58ma edizione del Festival della Canzone Italiana, il tam tam mediatico ha raggiunto il massimo dell’intensità con i giornali che riportano ogni giorno gossip, sondaggi, notizie di ogni genere dalla città dei fiori.
Ogni trasmissione della Rai, per quel che è possibile, non perde occasione nel fare anche un minimo accenno alla kermesse sanremese, con l’intento di tenere alto il blasone di un’azienda televisiva, che la prossima settimana raggiungerà il culmine del periodo di garanzia, quello su cui ogni inserzionista pubblicitario ha puntato i pezzi migliori. L’aspettativa del pubblico è alta, guai a deluderla.
Eppure io, quale operatore del settore, in qualità di speaker radiofonico di lungo corso, ormai in disarmo, nonché inviato al festival più di dieci anni fa (allora vinsero i Jalisse), mi interrogo sulla reale necessità di mandare in onda una sfilata di canzoni che col passare degli anni ha perso sempre più il suo fascino.
Sarà che il gusto del pubblico è cambiato, che in Italia non si vende un disco, al punto che la classifica singoli è entrata nell’album dei ricordi, i brani si scaricano da internet , fatto sta che ispirato a una formula ormai superata e infarcito di canzoni e artisti che riflettono poco i gusti dei giovani, Sanremo non è più Sanremo.
Una volta il festival coagulava gran parte del pubblico televisivo, interessato ad ascoltare le canzoni. Negli ultimi anni pur raggiungendo livelli di audience sempre ragguardevoli, si è preferito dar maggiore importanza al contorno fatto di ospiti internazionali, di gaffes delle presentatrici, che a dir la verità ci sono sempre state, insomma dando fondo a tutto un patrimonio di espedienti e furbate, pur di mantenere alta l’attenzione dei media e trascurando proprio quei brani che costituiscono l’anima pulsante del teatro Ariston.
Certo che durante la settimana delle canzoni, a Sanremo si respira un’aria di festa davvero unica, con la gente letteralmente impazzita, inebriata dal bagno di star in cui è immersa, orde di grandi e piccini, battono la ridente cittadina ligure alla ricerca di autografi e foto in cui farsi immortalare assieme al divo di turno.
Mi chiedo, non sarebbe il caso di fermare tutto per un pò e riprendere con le idee più chiare? Direte che Sanremo è una tradizione e come tale non si può interrompere, eppure secondo me ne avrebbe bisogno.
Lo stesso Giulio Rapetti, in arte Mogol, storico paroliere, ha di recente affermato:”La formula del festival di Sanremo va rivista. Anche se Pippo Baudo è un ottimo professionista e sicuramente tirerà fuori qualcosa dal cilindro, comunque non è un’idea molto fresca”.
Sono finiti i tempi in cui il festival fungeva da cassa di risonanza ideale, per i successi discografici dei mesi a venire. Ora è già tanto se un brano regge in classifica qualche settimana. Vi ricordate chi ha vinto il festival l’anno scorso? Io sinceramente faccio fatica.
Il grande mattatore (Baudo), sa benissimo che siamo all’ultima spiaggia ed è vietato sbagliare. Le sorti della kermesse canora, messe in seria discussione nelle ultime edizioni, drammatica quella 2006 con Panariello, devono essere risollevate.
Intanto impazza il totofestival: per sicura vincitrice viene data Anna Tatangelo con Il mio amico scritta per lei da Gigi D’alessio, a seguire la coppia Giò di Tonno e Lola Ponce, la canzone s’intitola Colpo di fulmine, firmata da Gianna Nannini, seguono Mietta e la sua Baciami adesso, poi Sergio Cammariere con il brano L’amore non si spiega, last but not least, come si dice, Tiromancino e Il rubacuori. Per ulteriori notizie vi rimando allo speciale sul Festival di sabato prossimo.