È zeppo di annotazioni il nostro taccuino, sulla prima serata della 58ma edizione del Festival di Sanremo, la più importante per certi versi in quanto gode delle maggiori aspettative, della curiosità della gente, insomma quella che non si può sbagliare perché apripista delle serate successive. La Rai punta molto sul festival, nonostante la fuga del pubblico dalla tv generalista, obiettivo minimo dieci milioni di telespettatori a sera, una missione tutt’altro che impossibile per uno show che in tempi di grande spolvero raggiungeva almeno i 15 milioni e oltre nelle serate di punta.
Con sullo sfondo la suggestiva scenografia di Gaetano Castelli, dove l’orchestra al momento opportuno rimane sospesa a mezz’aria per lasciare maggior spazio sul palco, l’edizione di quest’anno inizia con un doveroso tributo ai 50 anni della più celebre canzone italiana nel mondo, quella Nel blu dipinto di blu, meglio conosciuta come Volare, portata al successo mezzo secolo fa dall’ indimenticabile Domenico Modugno. E’ un Gianni Morandi un pò emozionato, ad esibirsi nelle celebri note, inaugurando ufficialmente il festival.
Il primo a fare l’ingresso sul palco è Piero Chiambretti, che fin da subito si conferma come colui che deve dare il giusto pepe a una kermesse, spesso accusata di generare noia in coloro che la guardano. Pierino il pestifero è il vero mattatore della serata, con lui sul palco il festival cambia marcia, Chiambretti affonda a piene mani nel suo repertorio di battute imbevute di sarcasmo e ironia, quelle a cui ci ha abituato nella conduzione di Markette. Ne è vittima lo stesso direttore d’orchestra Pippo Caruso, fortunato, a detta dello stesso Chiambretti, ad essere ancora vivo nonostante l’età
Non mancano le frecciatine verso coloro che hanno accusato l’edizione odierna di parteggiare per una sola area politica. L’ombra della par condicio grava sul 58mo Festival della Canzone Italiana, ma piuttosto che sfuggire ai suoi rigidi dettami, i conduttori fanno continue allusioni: dal cavaliere, al giro di Walter di cui parla Chiambretti, lo stesso televoto della giuria demoscopica diventa motivo per fare una finta propaganda politica, con cartelloni preparati ad hoc, dove campeggiano le foto di Piero e Pippo
Dopo i debiti onori a Pippo Baudo, presentatore e direttore artistico, con ben dodici edizioni del festival alle spalle (questa è la tredicesima) e relativi “finti” Baudo sul palco che lasciano il posto a quello vero, fa il il suo ingresso il personaggio femminile della serata Andrea Osvart. Un’entrata sui generis la sua. L’attrice d’origine ungherese, canta e accenna anche a qualche passo di danza, non si può rimanere indifferenti di fronte alla sua bellezza, scopriamo con piacere che è anche molto simpatica e spontanea. Battuta piccata la sua quando Toto Cutugno parla di una festa russa dedicata agli uomini: “In Italia, ogni giorno è la festa degli uomini”. Dolce si, ma sa il fatto suo la ragazza. Questa sera lascerà il posto alla mediterranea Bianca Guaccero, Baudo ha scelto di alternarle nelle prime due serate.
E veniamo alle canzoni, le vere protagoniste della serata, almeno sulla carta, non siamo rimasti particolarmente impressionati da nessuna, se non da Basta! della cantante L’Aura che ricorda un pò nel fisico oltre che nel modo di far musica Elisa. Deludente la possibile vincitrice del festival Anna Tatangelo e la sua canzone Il mio amico, la firma del compagno Gigi D’Alessio appare inconfondibile, ma a noi il brano non ha ispirato nulla.
Ribelle come era ovvio il testo di Rivoluzione firmato da Frankie Hi-Nrg, mentre da segnalare la drammatica performance a fine serata di Tricarico, che provato dalla lunga attesa, non riesce a reggere la tensione è stecca vistosamente durante l’esibizione di Vita Tranquilla. Il cantante è teso come una corda di violino e mal digerisce le battute di Chiambretti a cui da addirittura le spalle, durante la presentazione del brano
Insomma la prima del Festival di Sanremo 2008, ci è sembrata interessante: divertenti le trovate di Chiambretti, come l’anomalo pubblico di utenti accampati in una casa vicino l’Ariston e intervistati dallo stesso che li ha pescati chissà dove. Eccessivo il contenuto pubblicitario, con continue televendite e spot che hanno appesantito la formula della serata, cosi come lo stesso Baudo che oltre e mettere il proprio sigillo su questa edizione avrebbe forse potuto tenersi più in disparte. Esagerato lo spazio concesso a Carlo Verdone per la presentazione del nuovo film: l’attore non ci è sembrato al meglio delle sue possibilità e Geppi Cucciari, sua partner nella pellicola, ci risulta sopravvalutata come attrice comica. Appuntamento a domani per nuovi appunti sanremesi.
Domani in concomitanza con San Remo la rubrica l’inchiesta parlerà proprio di Carlo Verdone e del suo megaspot sanremese. Rimanete in contatto.
Caro Enzo, sei stato veramente gentile con San Remo e ciò dimostra la tua imparzialità sull’argomento. Più lo vedo e più rimango deluso, ma interessante sembra essere la parola giusta per descriverlo.Bella la scenografia…e Frankie! P.S. sul discorso spot hai totalmente ragione. Uso il titolo di una canzone per dire ciò che penso: Basta!
Evviva il Santo con il remo! Ma fatela finita, come cavolo fà la gente a vedere il Festival di sanscemo?
I cantanti fanno pena, vince sempre chi canta le canzoni d’amore, presenta il pippone nazionale e due che non sanno nemmeno parlare italiano, l’unico che merita è Frankie che ovviamente non faranno vincere.
La Tatangelo è meglio che fa soldi in altri modi tanto chi la supervisiona già ce l’ha(D’Alessio), Chiambretti è meglio che torna a Markette….ma eventi catastrofici naturali non si abbattono mai sul Festival della canzone “Italiana”?