Ancora appunti questa volta sulla seconda serata del 58mo Festival della Canzone Italiana, annotazioni che necessitano di una ulteriore riflessione su quella d’esordio. I timori cha hanno preceduto la vigilia della kermesse canora, si sono materializzati sotto forma di numeri, quelli impietosi dell’auditel, il cui responso risulta addirittura crudele per una manifestazione musicale, abituata in passato a ben altri riscontri.
La prima serata ha ottenuto nella prima parte 9 milioni 518 mila telespettatori pari al 35.01% di share (7 milioni 68 mila di media nell’intera serata) e nella seconda 4 milioni 818 mila con il 39.44%. Nel 2007 l’esordio del festival, condotto da Pippo Baudo con Michelle Hunziker, aveva avuto nella prima parte una media di 12 milioni 452 mila telespettatori, pari al 43.80%, e nella seconda di 6 milioni 759 mila, con il 47.08%. Da quando esiste l’auditel cioè da 21 anni, la puntata d’inizio del festival non era mai andata cosi male.
Nulla di strano quindi che la parola d’ordine del debutto bis, sia stata “salviamo il salvabile”, con l’intento di evitare un’ulteriore emorragia di telespettatori, se l’obiettivo sia stato raggiunto lo scoprirete questa mattina nella rubrica di Diego Odello.
Rispetto alla puntata del 25 febbraio abbiamo temuto un vero colpo di mano di Pippo Baudo, l’ingresso sul palco dell’Ariston a inizio festival è stato tutto suo con le parole del conduttore che non lasciavano presagire niente di buono: “meno pazzie, più serietà”, per dirla tutta abbiamo temuto per le sorti di Chiambretti, ritenuto forse responsabile del tracollo della prima puntata, tra il pubblico il viso contratto del direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce, la diceva tutta sul clima da ultima spiaggia che aleggia sulla manifestazione, ma fortunatamente il conduttore di Markette è stato ridimensionato solo in parte.
Pierino il pestifero, si è rivelato anche ieri la vera salvezza del festival, che altrimenti sarebbe annegato in un mare di noia. Tutto fa brodo per salvare le sorti della serata e anche gli animali possono servire ad alzare il gradimento: arriva un gruppo di pastori tedeschi inneggianti alla figura del commissario Rex. All’arrivo dei cani sul palco dell’Ariston, il pubblico esplode alla battuta di Chiambretti: “Ci sono più cani che al Grande Fratello”, divertente il suo sarcasmo nei confronti dei direttori d’orchestra, ieri sera la “vittima” è stato Peppe Vessicchio definito “Giuseppe Verdi” sempre impegnato al punto da essere ospite di “Elisir, sulla prostata”.
Ma il momento più divertente della serata in assoluto è stato quello con Loredana Bertè. La cantante aveva messo in forse la sua apparizione sul palco dell’Ariston, se non avesse cantato per prima. Definita con ironia: “elegantissima“ da Pippo Baudo, vestita con un abito creato da lei, davvero inguardabile, la cantante a fine canzone rivela di aver “aggiustato” il cappuccio del vestito usando un cuscino dell’albergo.
Chiambretti non perde occasione per punzecchiarla con le sue battute e Pippo Baudo lo asseconda. La Bertè non vuole andarsene dal palco e alla fine rifila involontariamente anche una gomitata a Pierino. Quanto alla canzone Musica e parole siamo certi che dopo il festival non lascerà traccia.
Molto simpatica anche la scenetta con Baudo che firma il contratto con gli italiani: “Te lo puoi permettere“, dice Chiambretti, “Tu hai due programmi, il Festival e Domenica In, i partiti neanche uno“. Il contratto prevede tra l’altro l’abolizione dell’Ici sulla casa discografica, un referendum sull’abolizione di Mike Bongiorno e un festival lungo sei mesi. Non mancherà di destare polemiche la battuta finale di Pippo:”Io firmo tanto non mantengo“. Per un festival che doveva tenersi al di sopra della par condicio direi che è già stato fatto parecchio, ma nella direzione opposta.
Passiamo alla protagonista femminile della serata, l’attrice Bianca Guaccero. Dopo la bionda Andrea Osvart, il testimone passa a una bellezza nostrana, tipicamente mediterranea. La ragazza appare meno spontanea rispetto alla “collega” ungherese. Anche lei si cimenta in balletti e canzoni, dove mostra d’avere qualche asso in più rispetto alla Osvart. Tradisce una certa emozione di fronte a Gianluca Grignani che gli da anche un bacio e scambia battute in dialetto con la conterranea Mietta. Abbiamo gradito poco la sua sceneggiata d’esordio in cui fa finta di non farcela a presentare la kermesse canora, peccato che sotto l’impermeabile con cui si è presentata sul palco sia evidente la presenza di un abito da sera.
E veniamo alle canzoni. La puntata di lunedì, ha visto nascere il fenomeno Frank Head (nella foto). La loro Para Parà Ra Rara, è già divenuta un tormentone, li vedremo ancora nella serata di venerdì, quando verrà scelta tra le otto canzoni dei giovani, sopravvissute alle prime due serate, quella che vincerà il Festival.
Quanto alla puntata appena trascorsa, le sorprese maggiori le hanno riservate proprio i giovani come i Sonohra corrispettivo di Paola e Chiara al maschile, lo dice lo stesso Chiambretti, molto gradevole la loro L’amore.
Interessante il giovanissimo Jacopo Troiani che non tradisce la benché minima emozione e mostra qualità vocali notevoli nel cantare Ho bisogno di sentirmi dire ti voglio bene. Ci fa tenerezza il milite Rosario Morisco con la sua Signorsì, scritta durante una missione del nostro esercito in Afghanistan. Passano il turno Ariel, La Scelta, Sonohra, Jacopo Troiani.
Parlando dei Campioni, c’è poco dire tra un Amedeo Minghi che, Cammina Cammina, finalmente canta senza passati remoti e un Gianluca Grignani (Cammina nel sole) sempre uguale, si salva un po’ Mietta con Baciami Adesso, Mario Venuti, A Ferro e Fuoco e i Tiromancino con la canzone-polemica sui licenziamenti Il Rubacuori.
Terminiamo con gli ospiti di punta della serata: i Duran Duran, il tempo passa anche per loro e nonostante i commenti entusiastici di Pippo e soci appare evidente che il tempo delle ragazzine urlanti alla loro vista mostrato in un video di repertorio, fa ormai parte dell’album dei ricordi. Il Festival stasera osserva un turno di riposo, ma noi no. Domani dedicheremo un nuovo post al Dopofestival condotto da Lucilla Agosti, Lucia Ocone e Elio e le Storie Tese.
Grandi Frank Head, devono vincere! Almeno a San Remo qualcuno che fa musica differente c’è. Il Festival è tutto da rifondare, partendo dalle canzoni e quella di Frankie Hi Nrg nei big e quella dei Frank Head sono un punto d’inizio. Se andiamo avanti con Little Tony, Toto Cotugno, Amedeo Minghi i risultati saranno sempre scadenti. Il festival deve essere della canzone italiana, ma se le canzoni non rappresentano l’Italia allora che festival è? Perché i giovani non vengono scoperti attraverso il MySpace? Riflettiamo!
Sono di una contentezza unica: quando rinunceranno o lo butteranno su rai3?
…concordo con quello detto da Diego.