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Il Bivio-cosa sarebbe successo se: storie di vita vissuta su Italia 1

Enrico Ruggeri, torna con una nuova edizione de Il Bivio- cosa sarebbe successo se, puntando decisamente al cuore, toccandone le corde più profonde. Da giovedì scorso alle 23.45 su Italia 1, i telespettatori possono assistere a una trasmissione, che dopo il successo delle precedenti due edizioni, non smette di destare scalpore. Ancora storie di vita, sono otto quelle che compongono la nuova serie, ancora porte che si chiudono per poi riaprirsi su un destino almeno in apparenza migliore.

Un inizio col botto per il programma, che nella prima puntata è stato seguito da 1 milione 400 mila telespettatori, con uno share del 18,72 %, risultando il più seguito della seconda serata. Numeri che parlano chiaro, a testimonianza del grande impatto emotivo che ha avuto sul pubblico la storia raccontata in studio da Catena e Maria, madre e figlia, costrette dalla necessità a battere il marciapiede per pochi euro.

Di fronte ad un impettito Enrico Ruggeri che non sembra mai a disagio nell’insolito, ma ormai neanche tanto, ruolo di presentatore, le due donne raccontano i loro drammatici trascorsi, cadenzati dagli interventi di amici e conoscenti. La tensione sale, le lacrime scorrono a fiumi su quei visi segnati da una vita avara di soddisfazioni, l’effetto riscontro sul pubblico è assicurato. Il ritmo è incalzante, l’orario notturno non consente distrazioni e come se non bastasse, la trasmissione si concede alla polemica del giornalista Roberto Poletti che non manca di stigmatizzare l’atteggiamento di chi offre favori a sfondo sessuale per meri scopi arrivisti, esaltando la dignità delle protagoniste in studio.


La vita è fatta di eventi concatenati dove una singola decisione può determinare l’andamento di un’intera esistenza, è questo il messaggio de Il Bivio, che offre allo spettatore la possibilità di seguire una ricostruzione di ciò che sarebbe successo se quel giorno una porta non fosse rimasta chiusa. Interessante la descrizione dei fatti, attraverso la tecnica della ducufiction, con l’ausilio di attori a fare le veci degli intervistati, così come gli interventi in studio della psicoterapeuta Sarah Viola, che ci parla del ruolo della donna, in una società ancora troppo saldamente in mano a una maggioranza maschile.

Di contro sottolineiamo un’eccessiva teatralizzazione degli interventi in studio del già citato Poletti oltre a quelli di Don Aldo Bonaiuto, volti a non far abbassare le palpebre a un pubblico portato per mano ben oltre la mezzanotte. Quest’anno poi si è voluto aggiungere un elemento che costituisce la vera novità del programma: l’esperimento di ipnosi regressiva, condotto dai dottori Marco Chisotti e Antonello Musso, con lo scopo di far riaffiorare nel soggetto ipnotizzato, nella fattispecie Maria, i ricordi di una vita passata che in qualche modo possa avere influenzato le decisioni di quella attuale. A questo punto il programma raggiunge un livello di spettacolarità che sfiora il ridicolo.

L’intento de Il Bivio viene svelato del tutto in queste fasi, dove l’esperimento si trasforma in un mezzo per attirare l’attenzione dello spettatore, svuotato del suo fine scientifico. Il soggetto cade in trance ma di fatto quelli che dovrebbero essere i ricordi di una vita passata, diventano parole per lo più messe in bocca dagli stessi dottori: se di scienza si tratta forse uno studio televisivo è il luogo meno adatto per ospitarla, ma l’effetto audience è sicuramente raggiunto visti i dati della prima puntata.

Il programma si conclude con un lieto fine e la possibilità data alle due protagoniste di rifarsi una vita, grazie a una proposta del sindaco di Vigevano, cittadina lombarda dove le due si erano insediate dopo il lungo viaggio dal profondo Sud. Non ci viene neanche risparmiata l’esaltazione di una proverbiale generosità da parte delle genti lombarde, non crediamo che il resto dello Stivale sia da meno, senza nulla togliere alle popolazioni del Nord.

Il Bivio-cosa sarebbe successo se, è una trasmissione furba, che sfrutta l’effetto Sliding Door, per capitalizzare gli ascolti, un modo di fare televisione che ci lascia quanto meno perplessi ma che a quanto pare funziona.

10 commenti su “Il Bivio-cosa sarebbe successo se: storie di vita vissuta su Italia 1”

  1. io o conosciuto mi moglie in un bar fa la prostituta nn lo mai giudicata anzi lo sempre amirata per quello mi sono inamorato di lei e una spendida donna anzi super donna la gente deve capire ke chi fa la prostituta nn lo fa perke li piace ma solo per esigenza io mia moglie la amo e sto facendo di tutto per toglierla dalla strada e ci sto riuscendo ,,,,que mondo e molto complicato e voi nn potete neanche imaginare solo chi lo vive sa cosa e

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  2. Un altro show mediocre che punta al sensazionalismo e rafforza il patetico bisogno dei Italiani di sentirsi brava gente…. che tristezza … Ma si deve proprio fare un circo e se si deve giocare come con marionette con quelle povere persone sfortunate per aiutarli???

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  3. Mi fate pena. La storia del bivio di domenico e valchiria e penosa. Perche se uno e sposato per forza deve essere trascinato dalla routine e dover tradire la moglie? tutte son chiattone e uno deve andarsene con la drag queen….ma andate al diavolo. .cercate sempre una scusa per valorizzare la trasgressione e l’uscita dagli schemi…ma basta!!! i veri trasgressivi siamo noi!! Sposati a 25 anni e amanti della vita di una volta! questa sete d’affetto incolmabile che credete dia la liberta!! enrico ruggeri fai pena!

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