Su La 7 si raccontano, in un’altra forma, le ombre presenti sul volto dell’Italia. Città Criminali è stata definita una docu-fiction, in quanto racchiude in sè elementi di entrambi i generi.
Il progetto si propone infatti di delineare i tratti grevi e oscuri di alcuni tra gli eventi che hanno sporcato di sangue alcune delle più belle e importanti città italiane. La novità sta nella monocromia geografica: una città per puntata.
L’approfondimento si perde attraverso le vie di una città spesso nota, forse addirittura la stessa in cui viviamo. E questo un pò ci spaventa, ma il tocco di reality è dato a scopo infromativo, per rendersi conto che queste cose esistono, e si verificano con una certa frequenza.
Nel corso del programma, in onda alle 23:15, si narrano indicativamente due storie che raccontano di malavita e di illegalità, di lotta coi buoni contro i cattivi, e vengono approfonditi i dettagli caratteriali degli appartenenti a entrambe le parti.
La ricostruzione appare come “fictionata”, nelle inquadrature e nei colori, laddove la voce di Christian Iansante ci guida all’interno di questo viaggio allucinante, raccontandocene i particolari.
L’impatto visivo è cupo e forte, le ricostruzioni efficaci. I protagonisti delle vicende venegono raccontati in modo minuzioso, sposando la drammaticità che solo la fiction può rendere, con i contorni più classici del documentario.
Un cadavere sdraiato a terra, una bisca clandestine, un assassino in cerca della sua vittima. La realtà fa più paura della fiction, anche quando è mascherata da fiction.
Stasera è la volta di Torino. Si parla quindi di Bruno Caccia, procuratore, alfiere dello Stato e della giustizia, caratterizzato da rigore e irremovibilità. Non si sposta e per questo viene fatto fuori.
Il drammatico giorno dell’uccisione, il 23 Giugno, viene raccontato attraversando il percorso descrittivo che port ail procuratore a quell triste epilogo.
Il “peccato” commesso da Bruno Caccia? L’aver portato avanti la battaglia contro il clan di Domenico Belfiore, trapiantato a Torino.
E sempre a Torino troviamo il mostro, il cacciatore di uomini, anzi, di donne, anzi, di prostitute. Sto parlando di Giancarlo Giudice, serial killer tutto italiano, che tra il 1983 e il 1986 ha fatto fuori nove donne.
Le ricostruzioni sono puntuale ed oltre alla fiction possiamo ascoltare interviste fatte a chi,all’epoca, si è occupato dei casi, come i magistrati Marcello Maddalena e Ugo De Crescienzo, Aldo Faraoni e a Massimo Cristiano della Polizia di Stato, e Claudio Gioacchino.
Quando ci troveremo a camminare per la tale via della nostra città ci faremo forse prendere da un briviso, anche se, per quanto mi riguarda, è facile prevedere chi sarà il protagonista quando si parlerà di Firenze…
.. a volte bisognerebbe pensare a tutte quelle persone che non vogliono rivivere certi momenti e sensazioni! troppo facile dire che “città criminali” è un documentario per poter utilizzare tutte informazioni possibili, coinvolgendo persone che non vogliono essere coinvolte.
Il peggio è che racconterete le cose in base a ciò che ha detto Maniero, e quindi..sorrido!