Questa sera su Raitre va in onda una puntata speciale di Ulisse, il piacere della scoperta: alle 21.30 sulla terza rete Rai Piero Angela ci racconterà di un ritrovamento che ha fatto personalmente di un disegno autentico di Leonardo in sanguigna, mai visto prima d’ora.
Nel corso della puntata il presentatore cercherà di capire chi è quell’uomo disegnato con gli occhi chiari, i capelli lunghi, il mento ornato da una leggera barba e lo sguardo assorto, che si cela tra le parole della decima pagina del suo Codice del volo degli uccelli e ricostruirà le modalità con cui è arrivato a vedere quello che nessun altro, prima di lui, aveva visto.
Racconta Piero Angela:
Ho visto per la prima volta questa pagina in un fac-simile del Codice pubblicato dall’editore Giunti, in una preziosa edizione tirata in pochi costosissimi esemplari. Ero a casa del Professor Carlo Pedretti, una delle massime autorità mondiali in studi leonardeschi e docente da quasi 50 anni all’Università di California a Los Angeles. Ero andato a trovarlo per preparare una serie di “appuntamenti con Leonardo” destinati alla nuova edizione di “Ulisse, il piacere della scoperta”.
Appena vidi quel naso rosso spuntare tra le righe capii subito che sarebbe stato possibile far riemergere il ritratto. Dissi al Professor Pedretti che con ogni probabilità si sarebbero potute “virare” le scritte nere in bianco, per poi portarle al colore della carta. Infine ricollegare tra loro le linee mancanti nel disegno. Il Professor Pedretti fu subito convinto di questa operazione. Mi disse anche che lui stesso, nel 1975, aveva tentato di fare riemergere quell’immagine con un procedimento foto-meccanico ma a quel tempo la tecnica non era adeguata.
La pagina venne trasferita su disco e la portai nel laboratorio di grafica della RAI, dove con il grafico Giovanni Stillitano cominciammo un lungo, paziente e minuzioso lavoro durato mesi per ritrovare le linee giuste da completare, compiere un restauro molto accurato, e infine realizzare una serie di elaborazioni delle immagini ritrovate.
Il programma racconta dettagliatamente questa storia e mostra soprattutto quanto il personaggio assomigli a Leonardo.
Infatti, poco dopo il ritrovamento del volto provai, in modo molto artigianale, con forbici e colla, a invecchiare il volto ritrovato e inserirlo dentro la chioma e la barba del celebre autoritratto: mi vennero i brividi … Assomigliava a Leonardo come un fratello gemello!
Cominciarono così le elaborazioni elettroniche per realizzare in modo più preciso questo invecchiamento, attraverso un morphing graduale. Il risultato, davvero impressionante, è quello che si può vedere ora nel programma televisivo.
Mi venne a quel punto l’idea di compiere anche il processo inverso: cioè partire dal celebre autoritratto di Leonardo e “ringiovanirlo”: se si trattava dello stesso uomo avrei dovuto trovare anche in questo caso una stretta somiglianza tra il ritratto ritrovato e il Leonardo ringiovanito. Era la controprova. Anche in questo caso, come mostrerà il programma televisivo, la somiglianza risultò sorprendente.
Per avere conferma della correttezza delle nostre tecniche di invecchiamento e ringiovanimento, mostrai il lavoro svolto a un noto chirurgo estetico, il Professor Giuseppe Leopizzi di Roma, e ai tecnici del laboratorio del RIS di Roma, il reparto di investigazione scientifica dei carabinieri: la loro risposta fu che il procedimento adottato era quello giusto.
Al fine di realizzare un confronto più coerente tra immagini di diversa età, chiesi al Professor Giorgio Iannetti, ordinario alla Sapienza e chirurgo maxillo-facciale al Policlinico Umberto I, se era giusta la mia impressione che al Leonardo dell’autoritratto mancassero dei denti anteriori, e la risposta era stata sì.
Ma la risposta più documentata e significativa è arrivata recentemente dalla relazione tecnica del RIS di Roma, diretta dal tenente colonnello Luigi Ripani, che, a conclusione di un esame antropometrico, ha affermato quanto segue: “Le similitudini riscontrate tra le immagini a confronto consentono di esprimere un giudizio di COMPATIBILITA’, tale da ritenere ragionevole che le stesse ritraggano il medesimo soggetto”.
Per concludere ecco infine il parere espresso dal Professor Pedretti su questo lavoro e sulla possibilità che il disegno ritrovato possa essere effettivamente un autoritratto di Leonardo da Vinci: “Io ne sono perfettamente convinto. Qui abbiamo a che fare con delle immagini che hanno le carte in regola. Io sono profondamente gratificato dai risultati di questa operazione; chiederei semplicemente di riflettere, di consultarmi con gli amici e i colleghi. Io mi sento profeta facile nel predire che questa sarà una delle acquisizioni più importanti nello studio di Leonardo, nello studio della sua immagine e anche, direi, nello studio del suo pensiero.
Rimane un punto da chiarire. A che epoca risale il ritratto nascosto sotto la scrittura? Il quaderno viene datato 1505, ma il ritratto è stato ovviamente realizzato prima che Leonardo vi scrivesse sopra. Quanto tempo prima?
Negli 8 fogli centrali del quaderno appaiono altri sei piccoli disegni in sanguigna che non hanno attinenza con il volo degli uccelli, alcuni sono addirittura rovesciati, e tutti sono ricoperti dalla scrittura. E’ evidente che si tratta di vecchi fogli riutilizzati. Quanto vecchi? Difficile dirlo. Ma tra questi disegni ci sono due foglie di gelsomoro, l’albero su cui si allevano i bachi da seta. La seta era una ricchezza per Milano e il gelsomoro era uno degli stemmi personali di Ludovico il Moro. Leonardo visse molti anni a Milano, tra il 1482 e il 1499, e fu a lungo ospite di Ludovico il Moro (molti anni prima, quindi, nel 1505).
Sarà veramente Leonardo l’uomo raffigurato? Secondo Silvia Guidi dell’Osservatore Romano no, tanto che definisce la scoperta fantasiosa. A voi il giudizio finale, seguendo questa sera la puntata speciale di Ulisse.
Ho trovato la trasmissione davvero molto interessante, mi ha fatto particolarmente piacere perché Piero Angela ha saputo realizzare con la sua grande perizia di divulgatore quello che 35 anni fa sognavamo di fare l’allora direttore della Biblioteca Reale, il Dott. Giuseppe Dondi, ed immodestamente il sottoscritto come unico collaboratore (all’epoca poco più che ventenne!). Con pochessime risorse (il personale della Biblioteca Reale era in tutto di sole 3 persone compreso un usciere) e senza nessuna sponsorizzazione, armati soltanto di tanto entusiasmo e stimolati dalla voglia di far conoscere al mondo il patrimonio della Biblioteca Reale di Torino che era da poco diventata un istituto del MInistero dei Beni Culturali ed era stata aperta aperta al pubblico, nell’ormai lontano 1975 realizzammo la prima mostra dei disegni di Leonardo con il relativo catalogo curato dal Prof. Pedretti (Editore Giunti). Ecco, l’unico appunto che mi sento di fare bonariamente a Piero Angela è di non avere ricordato questo modesto contributo che però mi pare obbiettivamente significativo: senza quell’iniziativa i disegni e i manoscritti leonardeschi della Biblioteca torinese probabilmente sarebbero rimasti dimenticati per chissà quanto tempo, La mostra del 1975 li rivelò al mondo e richiamò su questo patrimonio l’interesse degli studiosi e degli addetti alla tutela, sicchè oggi essi sono come s’è visto adeguatamente studiati e tutelati e richiamano a Torino visitatori da tutto il mondo. Giustamente Angela ha sottolineato l’importanza della conservazione e della valorizzazione di questi capolavori, proprio per questo mi avrebbe fatto piacere che fosse stato ricordata la figura del Dott. Giusepe Dondi che diresse per una decina di anni la Biblioteca Reale e fece conoscere al mondo i manoscritti torinesi di Leonardo redigendo tra l’altro un’accurata ricostruzione delle vicende di questa raccolta che ho sentito egregiamente utilizzata nella trasmissione. Sono sicuro che Piero o Alberto Angela nelle prossime trasmissioni (ho sentito che sabato prossimo nel nuovo programma di Ulisse si tornerà a parlare di Leonardo) non mancheranno di rimediare a questa piccola manchevolezza. Ricordare l’opera svolta da chi ha preservato questo patrimonio nel recente passato (ripeto pur nelle strettezze delle risorse dei tempi) mi pare importante ed anche educativo per le giovani generazioni che per fortuna con ben altre risorse e personale ne assicurano ai nostri giorni la giusta valorizzazione.
Con molta considerazione e simpatia.
Dott. Nicola Vassallo (già Conservatore presso la Biblioteca Reale di Torino)
@ Nicola Vassallo:
Intanto ci hai pensato tu Nicola (perdonami il tu, probabilmente sarebbe più corretto darti del Lei, ma nei blog usiamo così) a fare l’appunto.
Mi viene da dire: magari ci fossero più appunti di questo tipo! Forse sarebbe sintomo di maggior presenza di programmi culturali nella nostra televisione.
Buon weekend
Non vedevo l’ora di vedere la puntata di ULISSE rigurdante Leonardo da Vinci, avevo anche programmato la registrazione, ma purtroppo qualcosa non ha funzionato e non ha registrato NULLA!!!! Qualcuno sa dirmi come posso recuperare la puntata? Sapete se la redazione ha fatto degli speciale da vendereal pubblico? Mi piacerebbe tanto recuperare la puntata qualcuno sa dirmi come posso fare? grazie a chi mi può aiutare.
Patrizia Manfredini
@ patrizia manfredini:
prova su rai.tv
facci sapere!
Desidererei sapere se è possibile applicare la tecnica dell’analisi computerizzata al celebre affresco del “Cenacolo” dipinto dallo stesso Leonardo nell’ex-refettorio del convento di S. Maria delle Grazie a Milano, per scoprire se dietro la figura dell’apostolo Giuda si nasconda un altro personaggio. Infatti ai lati di Giuda spuntano due mani, una a destra (per chi guarda) che indica qualcosa o qualcuno, l’altra a sinistra(per chi guarda) che impugna un coltello. Queste due mani per la loro posizione non possono appartenere all’apostolo Pietro che sta dietro a Giuda. Sembra anche che in una copia dell’affresco fatta da anonimo del ‘600 e custodita nel museo d’arte di Tongerlo, sotto il tavolo in corrispondenza del gruppo Giuda – Pietro – Giovanni o Maria Maddalena, si noti un piede che per la sua posizione non può appartenere a nessuno dei tre. Questa copia fu fatta evidentemente prima del 1652 anno in cui, chissà perché, i frati aprirono una porta nel muro distruggendo irreparabilmente quella parte dell’affresco.
Se, come è probabile e come ha rivelato anche il thriller di successo “Il Codice da Vinci” di Dan Brown, nella figura a destra di Cristo è da individuare Maria Maddalena, dove è finito l’apostolo Giovanni? Forse Leonardo lo ha introdotto in quello strano modo, nascondendolo dietro Giuda?
Elisabetta – Verona
@ Elisabetta:
.
boh!
“LEONARDO: DAI MISTERI DEL SUO VOLTO
ALL’ENIGMATICO VIAGGIO VERSO IL SUD
Sono Ernesto Solari, studioso di Leonardo, autore recentemente del ritrovamento di uno studio Leonardesco della Sant’Anna del Louvre. Il disegno, appartenuto allo storico dell’arte del settecento Padre Luigi Lanzi, è stato presentato lo scorso 23 Aprile a Milano, presso il Circolo della Stampa.
Avevo visto la trasmissione e vorrei farle conoscere la mia idea sul tema dei ritratti o autoritratti di Leonardo: la sua idea sul possibile autoritratto giovanile celato da uno scritto sul Codice degli uccelli del 1505/1506 e il successivo ritrovamento di un dipinto ad Acerenza, in Lucania, da parte del Dott. Nicola Barbatelli che lo ha presentato come un autoritratto di Leonardo.
Dopo essere stato informato degli ulteriori studi effettuati presso il Laboratorio Circe di Caserta e presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, a cura dei ricercatori del Dipartimento di Scienze Ambientali della Seconda Università di Napoli e avendo appreso che i risultati rendono probabile una collocazione del dipinto di Acerenza entro la seconda metà del 1400, mi sono chiesto quale fosse l’ipotesi più plausibile per giungere ad una possibile soluzione del problema.
Innanzitutto la questione che mi sta particolarmente a cuore è che la presenza di tale ritratto tra Campania e Lucania mette in evidenza la possibilità di un viaggio di Leonardo al sud, del quale solo il Vasari fece cenno, ma che secondo me è sempre più probabile e possibile alla luce di nuovi elementi che recentemente ho trovato. Leonardo poi, seguace del grande matematico Luca Pacioli, era certamente interessato alla cultura scientifica dell’antica Magna Grecia.
Dopo alcuni studi sui due ritratti sono pervenuto ad una tesi che in apparenza potrebbe sembrare piuttosto audace ma che elementi concreti alimentano: questi due volti hanno, con molta probabilità, una cosa in comune, sono legati ad un fatto storico del quale non si è mai conosciuto alcun particolare ed è riferibile ad un incontro che, secondo molti studiosi, potrebbe essere avvenuto fra Albrecht Durer e Leonardo. Si è sempre parlato di un incontro a Bologna col matematico Luca Pacioli durante il primo viaggio in Italia di Durer (1494-95) nel quale il matematico ha certamente parlato con Durer di Leonardo e di ciò che questi stava allora facendo a Milano. Ma tale incontro potrebbe essere avvenuto anche durante il secondo viaggio di Durer nel 1505. Leonardo era allora a Firenze e stava lavorando dal 1504 agli studi sui moti dell’acqua (Codice Foster I) e a un’enorme quantità di forme geometriche (Topologia = geometria delle forme e delle trasformazioni). E da Bologna a Firenze la distanza non era proibitiva.
Sulla data e il luogo di questo incontro non si hanno notizie precise (si dovrà ulteriormente indagare e approfondire) ma certamente se l’incontro avvenne nel 1494/95 è molto probabile che lo schizzo celato dal codice degli uccelli risalisse a quell’anno e quindi costituire una prova importante di tale momento.
Se invece l’incontro avvenne durante il secondo viaggio in Italia, nel 1505, lo schizzo del Codice degli uccelli che è databile al 1505/06 venne realizzato proprio tra Firenze e Bologna all’inizio del 2°viaggio come se questo avesse avuto, quale obiettivo principale, l’incontro con Leonardo. Nel primo caso si tratterebbe di un ritratto del giovane Durer allora ventitreenne, nel secondo di un ritratto di Durer già trentaquattrenne.
Il ritratto di Acerenza è invece il volto di Leonardo dipinto da Durer?
Potrebbe trattarsi di un omaggio fatto a colui che lo aveva precedentemente effigiato?…da cui la scritta, incisa col pirografo dietro la tavola di Acerenza in latino “Pinxit mea”. Una scritta in stampatello maiuscolo che spesso veniva utilizzata dallo stesso Durer nei suoi dipinti anche se ovviamente non rovesciata….ma ricordiamoci che tutti gli incisori quando scrivono su una xilografia o su un’acquaforte devono usare sempre la scrittura rovesciata, e questo particolare è forse sfuggito a molti.
Potrebbe allora trattarsi di un omaggio reciproco fra i due grandi artisti?
Secondo Solari sì e lo dimostrerebbero la tavola di legno di pioppo e i pigmenti e gli isotopi ritrovati nel dipinto di Acerenza, che sembrano essere tipicamente nordici e fiamminghi (come attestano i risultati ottenuti); i caratteri fisionomici del disegno sono invece molto vicini al volto del tedesco. Durer poi, durante il suo secondo soggiorno in Italia, dipinse tutte le sue opere su tavole di pioppo, almeno quelle conosciute, così come quella di Acerenza. Solari sta poi seguendo la pista degli amici di Leonardo per arrivare a Durer, infatti sappiamo del legame fra Galeazzo di Sanseverino, genero del Moro e Principe di Caiazzo e Salerno, e Luca Pacioli (che a Milano era ospitato nel suo palazzo) e con Willibald Pirckheimer (insegnante a Pavia e grande amico e sostenitore di Durer). Fra Galeazzo e Leonardo vi era oltre ad una grande amicizia anche un rapporto di lavoro. E nulla di più facile è pensare ad un viaggio verso il sud di Leonardo proprio al fianco del Sanseverino alla fine del 1499. Itinerario che Solari sta cercando di ricostruire.
Se tale ipotesi di Solari fosse percorribile attesterebbe che il dipinto di Acerenza è di grande importanza perché confermerebbe la vera fisionomia di Leonardo quando aveva 53 anni ed entrambi i ritratti costituirebbero poi l’unico indizio o traccia possibile di quell’incontro, fra Leonardo e Durer, di cui spesso si è parlato ma del quale nessuno ha mai trovato tracce tangibili.
Il prof. Solari delira…
Quando Il Prof. Vezzosi, lo scopritore del ritratto Barbatelli, e un membro del comitato di ricerca presentarono il dipinto ritrovato in Lucania durante il TG3 – Linea notte, il prof. Solari ha ubblicamente dichiarato che il volto raffigurato nell’opera NON ERA IL RITRATTO DI LEONARDO, cio si legge nei suoi vari interventi in taluni forum presenti sul web.
Ora a distanza di alcuni mesi, non solo riconosce nell’uomo prodotto nel dipinto il volto di Leonardo Da Vinci ma addirittura si inventa un’incontro tra lo stesso genio di Vinci e Durer… Continua ancora con la sua fantasia e racconta di un incontro tra leonardo e Pacioli (mai avvenuto) e infine un viaggio di Leonardo nel sud Italia!
Solari scrive senza rendersi conto che la storia non e fatta di fantasia, trascurando le piu elementari conoscenze della vita e della mente di leonardo.
A buon inteditore ,poche parole.
@ Vittorio Ansemli:
Chi non sa leggere è più vicino al delirio di chi intende dare una interpretazione. Si perchè non ho mai affermato che il ritratto di Acerenza scoperto dal Dott. Barbatelli non fosse Leonardo, avevo ed ho ancora dei dubbi che Leonardo fosse l’autore. Per quanto riguarda il probabile incontro fra Leonardo e Durer ho citato una serie di motivi che possono far pensare alla possibilità di tale incontro e l’amico comune di Leonardo, Pacioli e Durer, Galeazzo di Sanseverino può dimostrare la possibilità di tale incontro ma anche la presenza di Leonardo a Napoli.
Solari, non creda nella stupidita del suo interlocutore le sue fantasiose argomentazioni sono ormai in tutti i blog e ad onor del vero eccole i link di seguito:
http://www.gonews.it/articolo_29615_Alessandro-Vezzosi-Raitre-presenta-ritratto-Leonardo-scoperto-Lucania.html
http://www.blogarcheologia.it/notizie/ritratto-di-leonardo-del-600-scoperto-in-basilicata/
http://blog.acerenza.info/2009/01/19/un-autoritratto-di-leonardo-da-vinci-in-basilicata/comment-page-1/
ed in tutti questi blog lei esplicitamente dichiara :”QUEL VOLTO, COME HA DETTO IL PROF. VEZZOSI, NON E’ IL VOLTO DI LEONARDO”…
Come puo notare, gentile Solari, i suoi interventi sono rintracciabili e quindi oggetto di riflessioni, pertanto meta prima ordine tra le sue fantasie e poi magari ritorni, magari potrebbe andarle meglio.
Buona fortuna.
Fra “non dovrebbe” e “non è” ora capisco che per lei sia troppo difficile trovare differenza. Il condizionale in certe situazioni è d’obbligo perchè si riferiva ad una ricostruzione che si basava tutta su un volto del quale molti studiosi, fra cui lo stesso Vezzosi, per un problema di età mai raggiunta da Leonardo, avevano creato o avanzato dubbi.
Io non capisco come si faccia ancora a considerare la sanguigna di Torino l’autoritratto di Leonardo Da Vinci!
Ormai Leonardisti, scienziati, storici dell’arte hanno ampiamente discusso circa la l’impossibilita che il personaggio ritratto non sia e non potrebbe mai essere Leonardo Da Vinci e cio per una serie di considerazioni storiche incontestabili!
Purtroppo, forse per mere ragioni di carattere speculativo, le amministrazioni continuano a evitare confronti scientifici che porterebbero alla sola demolizione di una teoria del tutto casareccia circa il reale volto di Leonardo.
Anche quest’anno numerose scoperte hanno ineterssato questo tema, come la riscoperta ad opera del medievista Nicola Barbatelli, di una tavola lignea raffigurante il volto di Leonardo (oggi definito “leonardo lucano o di Acerenza”).
Una commissione di scienziati (quelli veri), studiosi e storici dell’arte hanno condotto una fittissima attivita di indagini scientifiche che hanno dimostrato che la tavola cosiddetta lucana ha una datazione che corrisponde alla vita di Leonardo, i pigmenti utilizzati sono compatibili con le opere del genio, e sulla stessa pellicola pittorica sono state ritrovate numerose impronte digitali di Leonardo.
Questi risultati saranno resi noti appena la commissione scientfica, guidata dai Prof. Festa, Capasso, Terrasi, docenti delle rispettive Universita di Chieti e Napoli, completera’ i rapporti.Tali risultati saranno di fatto pubblicati sullarivista “Nature” una delle più antiche ed importanti raccolte scientifiche esistenti, forse in assoluto quella considerata di maggior prestigio nell’ambito della comunità scientifica internazionale.
Da tali studi è emerso che esiste una compatibilita tra il volto di Leonardo realizzato dall’allievo Melzi e quello lucano, come sembrerebbe inesistente il rapporto con ritratto di Torino.
A questo punto continuare a credere che l’opera conservata presso la Bibliotca Reale di Torino possa essere ancora considerata l’autoritratto del genio toscano, significherebbe glorificare una iconografia immaginaria e quindi non corrisponedente certamete al reale volto di Leonardo.
In questo mondo TUTTO e’ possibile.
Ad esempio : in provincia di Avellino e’ stata trovata un’Opera inedita del Grande
artista olandese M.C. Escher.- Opera datata 1949 raffigurante Nessie il Mostro
di Loch Ness che emerge dalle acque sulle note di un flauto suonato dall’Uomo
Nero senza Volto.
Ho trovato la perizia di autenticita’ su internet:
IRPINIANEWS ESCHER
vedi anche YOUTUBE :NESSIE ESCHER
A proposito di ritratti giovanili di Leonardo da Vinci, voglio segnalare quello da me identificato nel 2003 e pubblicato nel 2006 sulla rivista “Commentari d’arte”. Non è opera di sua mano, è il volto dell’angelo nella «Madonna dell’Eucarestia» del Botticelli conservata all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. Osservandolo, si vede benissimo che non è una figura ‘di carattere’ ma un vero ritratto, e, a un riscontro dei parametri fisiognomici, mostra notevolissime affinità con il ritratto di Leonardo nella maturità dipinto da Donato Bramante nell’«Eraclito e Democrito» oggi alla Pinacoteca di Brera, e con l’autoritratto a sanguigna dell’artista ormai anziano conservato nella Biblioteca Reale di Torino, ovvero con le due immagini di Leonardo riconosciute quasi concordemente dagli studiosi. Il ritratto botticelliano è visibile nel mio blog: chiunque può verificarlo digitando su Google “I tre volti di Leonardo” e “Botticelli”.
Virgilio Zanolla