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Pif: Il testimone merita la promozione nelle scuole o su Rai2. Ottima puntata sui trans

E bravo Pif! L’ex Iena, al secolo Pierfrancesco Diliberto, è il protagonista o meglio Il testimone del miglior programma di Mtv. In onda ieri alle 22.50 e oggi in replica in prime time, Il testimone si è occupato dei transessuali. Realizzando un piccolo capolavoro.Innanzitutto, il filo conduttore che a mio parere ha ruotato intorno a questa puntata dal titolo “Persone transessuali” è stata l’abolizione dell’immaginario collettivo. Quando si parla di queste persone viene naturale citarli come “i transessuali” – anche il prestigioso Corriere della Sera incappa spesso in questa denominazione grossolana – ma in realtà è necessario operare una distinzione. Coloro i quali transitano dal sesso femminile a quello maschile (female to male o ftm, per usare una terminologia universale) è un transessuale, chi passa dal maschile al femminile è una transessuale (male to female o mtf).

E naturalmente la cronaca ha la sua colpa nella costituzione di questo immaginario collettivo che vede i transessuali (con l’articolo determinativo indico entrambe le categorie) esclusivamente come dediti alla prostituzione. Pif ad esempio ieri ha incontrato a Bologna Giulio e Christian, due ragazzi ftm (il primo lavora in un negozio di articoli per animali, il secondo non ne ha parlato e probabilmente è disoccupato).

Non starò qui a raccontarvi la storia che hanno raccontato alla telecamerina di Pif,dal momento che potrete recuperarla stasera su Mtv oppure sul sito di MtvOnDemand, proprio come ha fatto il sottoscritto, ma ciò che colpisce è l’abilità dell’ex Iena di avvicinarsi a un argomento sconosciuto con la curiosità di un bambino. Magari il bambino non pone domande così intime sull’operazione chirurgica di costruzione del pene (Pif in queste circostanze raccomanda a sua mamma di mettere su Rete 4), ma necessarie per la comprensione globale del tema.

Dal racconto dei due ragazzi – ai quali si aggiunge nel finale quello di Mattia di Milano – si evince come i transessuali incontrino delle difficoltà burocratiche nella presentazione dei documenti di identità, nell’attivazione di una carta di credito – ma la strada non è totalmente in salita. Grazie alla dottoressa Gandini dell’Ospedale Careggi di Bologna e all’avvocato Roberto Galassi abbiamo scoperto che tramite una sentenza del Tribunale di Roma del 2012 è possibile effettuare il cambio anagrafico senza l’esportazione delle gonadi). Successivamente, occorre farne comunicazione al giudice che provvederà alle opportune modifiche nel Registro di Stato civile.

E a proposito di diritti civili, emerge una verità paradossale: nel momento in cui un transessuale ha concluso il suo percorso e ha ottenuto il cambio definitivo di nome, nessuno gli impedisce di sposare una persona del sesso opposto, naturalmente in Comune. Il diritto al matrimonio in Italia esiste per i trans ma non per i gay, non lo trovate paradossale?

In conclusione, Il testimone è di una fattura così preziosa che andrebbe fatto visionare nelle scuole o meriterebbe almeno la promozione su una rete di maggior utenza come Rai2.

 

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