CROZZA NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE, PUNTATA 03-05-2013 – Si può dire che ieri è andata in onda la puntata più bella di Crozza nel Paese delle meraviglie? Il talento di Maurizio Crozza è indiscutibile, ma trovo che in quest’ultimo appuntamento si sia riuscito a trovare il giusto equilibrio tra i vari blocchi per realizzare una puntata con i fiocchi: un gran monologo d’apertura, uno spassoso Napolitano, un divertente Muppets Show con i leghisti. In chiusura il suo personaggio più forte, un Flavio Briatore irresistibile.
Questo ennesima puntata di Crozza nel Paese delle meraviglie si è aperta con un monologo circa le prime disavventure del governo di Enrico Letta: in particolare Maurizio Crozza si è soffermato sul disguido del treno della Circumvesuviana sul quale viaggiava il Ministro dei Beni Culturali, Massimo Bray, che si stava recando a Pompei.
In realtà il discorso era volto a sottolineare come le guarnizioni dei finestrini non siano stati rimossi per puro vandalismo, ma in quanto l’aria condizionata non era entrata in funzione. I finestrini sul quel tipo di treni sono bloccati e se ci mettiamo che quel giorno c’era in funzione la metà dei treni – a causa della mancanza di fondi di mettere in moto tutti gli altri – ci rendiamo conto di come a bordo ci fosse il doppio della gente prevista. I passeggeri avevano viaggiato insomma in condizioni pietose.
Ebbene, mi pare strano che i giornali più blasonati non siano andati in fondo alla questione limitandosi a parlare di vandalismo e dovendo aspettare l’intervento di un comico per ottenere un quadro corrispondente alla verità, ma ciò che mi ha colpito ancora una volta è stata la capacità di saper concatenare le notizie in maniera impeccabile e oserei dire istruttiva.
Crozza in pochi minuti ha parlato di cartelli invertiti a Pompei, emergenza rifiuti a Palermo, ma soprattutto ha detto che nel mondo esiste anche l’emergenza opposta: la Norvegia ha il problema dei pochi rifiuti. Un problema? Certo, il Paese scandinavo ha avuto la geniale idea di ricavare proprio da essi l’energia. “E se Palermo e Oslo si telefonassero?“, ha concluso il comico genovese. Fossi nel primo cittadino palermitano Leoluca Orlando ci penserei seriamente. Non vorrei esagerare, ma Crozza riesce a informarmi molto meglio di un tg. Bravissimi gli autori.
Sorvolo sui pur convincenti Napolitano e Maroni (quest’ultimo a dire il vero lo è stato molto di più) per parlare del graditissimo ritorno di Flavio Briatore. Ho trovato che il personaggio sia stato migliorato notevolmente, grazie alla rivisitazione in chiave pop-trash di titoli di canzoni, citazioni cinematografiche e dantesche, oltre a un italiano incerto. Ecco a mio avviso le migliori:
“Cgil, Cisl e Uil Vuitton“;
“Come diceva Ivana Spagna è il cerchio della vitasnella“;
“Questo è un trabocchino“;
“Questa vecchia tradizione del fisti-fisting“;
“Lo diceva anche Garibaldi: “Uno su mille ce la fa”;
“Questo slogan l’ho letto sulla schiena di Elena Santarelli”;
“Al mio segnale scatenate Sabrina Salerno“;
“Il re Amanda Lear“;
“Fatti non foste a viver come Drupi“.
P.S. Il ministro per l’Integrazione si chiama Cécile Kyenge, non Céline, come detto per due volte da Crozza!