Ridateci Victoria Cabello, Virginia Raffaele e il Trio Medusa. Subito. Questa prima puntata di Quelli che il calcio con Nicola Savino non ha deluso le attese: con un conduttore poco simpatico, dei comici inutili, collegamenti insensati e perfino Ubaldo Pantani nei panni di se stesso è stato un disastro completo.Confesso di partire prevenuto nei confronti di Nicola Savino, che ho apprezzato solo all’epoca di Zelig nei panni di imitatore di Giampiero Galeazzi e meno in quelli di conduttore dell’Isola dei Famosi (Vladimir Luxuria era molto ma molto più brava di lui!). Capisco l’ansia della prima puntata, ma non è il caso di azzardare battute ogni cinque minuti se si è negati a farle. E poi l’habitat naturale del Savino è la radio, non la televisione. Non si capisce per quale oscuro motivo gli sia stata affidata per questa stagione anche la conduzione di Un minuto per vincere, mentre Victoria Cabello è stata lasciata a spasso.
Una mia amica mi ha fatto giustamente notare che con la scelta di Nicola Savino magari si sia voluto allargare il pubblico per renderlo meno di nicchia rispetto alla gestione Cabello fatta di Canzoni travisate, Goga Ashkenazi (la ex di Lapo Elkann), Eccallà, insomma di metatelevisione. In effetti anche io ho avuto questa impressione, ma mi pare totalmente scellerato incentrare il programma sul calcio quando ormai la maggioranza dei telespettatori calciofili passa la domenica pomeriggio su Premium Calcio, Sky e soprattutto sulle tv locali. L’intrattenimento è stato completamente bistrattato.
Non venitemi a dire che questo è stato intrattenimento: ho provato pena per i pur bravi Nuzzo e Di Biase, ho trovato inadattissimo il mito pugliese Pinuccio – meglio aspettare per il grande salto nazionale – così come mi ha deluso ritrovare Ubaldo Pantani in borghese, scimmiottando il Gene Gnocchi della gestione di Simona Ventura. Salvo per ora il suo Paolo Del Debbio, ma per quanto tempo andrà bene l’imitazione del giornalista più populista della tv? Non rischia di rivelarsi più comico l’originale?