E’ ancora tempo di anime su Mtv, e dopo Black Lagoon e quel capolavoro che è Neon Genesis Evangelion, tocca al sequel del mitico Gunbuster: Punta al top 2: Diebuster. Siamo in un contesto, come di consueto, sempre diverso e sempre uguale.
La storia raccoglie infatti spunti ormai leggendario/tradizionali presenti nella maggior parte degli anime, aggiungendo un soffio di nuovo, di moderno, che rende la visione ancora più gradevole.
La storia narra di un sogno lontano e irraggiungibile – e qui ci troviamo tra i temi tradizionali – un traguardo che verrà superato solo grazie alla voglia di non smettere di sognare mai.
Nono, la giovane protagonista, abbandona la tranquillità di Valle Marinis, sul pianeta Marte, e si trasferisce in prossimità dello spazioporto. Il suo sogno infatti è quello di cambiare la sua vita, diciamo, portandola in una direzione decisamente più “bellica”.
Ella vuole infatti riuscire a entrare nella Fraternity, per pilotare una Buster Machine, al fine di combattere i Mostri Spaziali. Notiamo l’eloquenza e l’assenza di metafore del nome degli avversari.
Del resto, mostri sono e mostri rimarranno. Quindi il tema l’abbiamo capito. I buoni contro i cattivi, combattuti su delle funzionali Buster Machine.
Le Buster Machine altro non sono che gigantesche macchine umanoidi, dei grossi robottoni in sostanza, arma principale ingaggiata dalla Fraternity contro i Mostri. Solo alcuni adolescenti dotati di particolari poteri riescono a pilotarli; questi sono detti, pensate, Topless.
I personaggi hanno reazioni contrastanti rispetto ai desideri di Nono ma la sua speranza e la sua volontà nell’andare a vanti la porterà fino alle spettacolari fasi finali di questa tremenda guerra.
Rispetto ad altri anime prodotti nello stesso contesto Diebuster presenta alcune peculiarità. Mi è sembrato meno introspettivo di NGE, che del resto rappresenta un estremo in questo senso. Diebuster è di comprensione immediata e meno liberamente interpretabile.
L’assenza di descrittività ci orta ad essere interamente assorbiti nella storia, che, pur semplice, riesce sempre ad affascinare. I Mostri Spaziali sono enormi forme di vita che minacciano la’umanità da tempo immemore, e rappresentano un nemico micidiale nel suo essere assiduo e inesorabile.
La vicenda, vista in un’ottica più superficiale, rappresenta sicuramente qualcosa di già visto, ma porta con sé svariati livelli di evoluzione, sia nell’estetica, sia nella profondità dei personaggi come Nono o coloro che la circondano.
L’anime è prodotto dallo studio Gainax, ed il regista è niente meno che Kazuya Tsurumaki, già presente nello staff di Gunbuster e in altre produzioni Gainax, come Evangelion , Le Situazioni Di Lui e Lei e FLCL.
Ci sono momenti estremamente intensi e momenti più leggeri, dei bei combattimenti, e le mani degli autori si riconoscono decisamente, nell’uso del paradosso e a volte dell’estremo.