Sono passati 18 anni dalla sua uscita, da quando nel 1989, fu campione di incassi, sbancando a sorpresa i botteghini di mezzo mondo. “L’attimo fuggente” è divenuto film-cult per intere generazioni di ragazzi,tanto da essere riproposto periodicamente sul piccolo schermo, a beneficio di chi se ne è innamorato sin dalla prima visione.
Stasera tocca a Rai3 il compito di verificare se, a distanza di quasi un ventennio, il mito regge ancora il confronto con le programmazioni di altre reti.
La storia è ambientata alla fine degli anni ’50 in un rigidissimo collegio maschile (la Welton Academy), in cui regnano Onore, Disciplina e Tradizione. L’arrivo di John Keating, un giovane insegnante di letteratura inglese, sconvolgerà le regole ammuffite della scuola e, attraverso la poesia, infonderà nei ragazzi il valore inestimabile della libertà e dell’anticonformismo.
Diverse le scene che rimangono stampate nella mente e nel cuore, a cominciare da quello stormo di uccelli nella parte iniziale del film, seguito immediatamente dall’inquadratura del nugolo uniforme di ragazzi, dove ognuno si annulla in favore della conservazione del gruppo. E poi la scena in cortile dove ognuno è chiamato a liberare la parte nascosta di sé, tra l’ironia generale.
Per non parlare del finale emozionante, commovente, struggente, con quel “Capitano, mio Capitano” ripetuto fino alla noia, che riscatta l’insegnante dal torto subito, donandogli la consapevolezza che i suoi insegnamenti non andranno perduti.
Capolavoro assoluto del cinema, L’attimo fuggente è riuscito a lasciare un segno indelebile nel cuore degli spettatori per la raffinatezza della narrazione e per il messaggio di cui si è fatto promotore: il Carpe Diem di stampo oraziano che invita a cogliere l’attimo e a non lasciarsi sfuggire nulla nello scorrere delle contingenze.
Un film che avrebbe meritato molta più attenzione da parte della critica, aggiudicandosi solo un David di Donatello (miglior film straniero), un Nastro d’Argento (premiato Peter Weir come regista del miglior film straniero) ed un Academy Awards (migliore sceneggiatura originale). Robin Williams, nella sua interpretazione magistrale, è riuscito ad ottenere solo la nomination all’Oscar come attore protagonista, vinto quell’anno (il lontano 1990) da Daniel Day Lewis con “Il mio piede sinistro”.
Ma il pienone nelle sale e la successiva consacrazione a livello televisivo hanno ripagato alla grande produzione e cast, facendone uno dei film più visti nella storia del cinema.
Da vedere e rivedere, fino ad imparare le battute a memoria.
Appuntamento su Rai3 alle 21.05!
un film comunista lo potevano fare solo su rai 3. no, ma davvero, chi guarda rai 3? ancora pochi anni e farà la fine di telecom, parmalat, alitalia, insomma, di tutte le aziende italiane
Bel film!!!non ti stanchi mai di rivederlo!!
PS Giulio, il fatto che le persone che vedi in copertina siano vestite di rosso non ne fa un film comunista!!
Bisogna cogliere i pungenti spunti di Giulio secondo me. Magari spiegherà le sue affermazioni per la gioia degli altri lettori. Non fermarti Giulio!
BELLISSIMO FILM COMMOVENTE NEL FINALE 🙁