Carissimi lettori,
non sopporto più i signori Mediaset e Rai: anche ieri sera (parliamo di Domenica e non di un giorno qualsiasi della settimana), la prima serata di Canale5 e Rai1, le due reti ammiraglie concorrenti, hanno riproposto le repliche rispettivamente di Dr. House (la prima puntata era una della seconda stagione) e di Il Commissario Montalbano.
Che rispetto hanno di noi, queste persone? Stanno cercando di spingerci a guardare le televisioni a pagamento? Se la risposta e si, consiglio a tutti di spegnere il televisore, munirsi di PC e connessione internet e utilizzare programmi legali di Streaming Video o semplicemente navigare su YouTube.
Facciamo un passo indietro (molto lungo) per capire la mia indignazione: quando ero piccolo, detestavo la televisione estiva (e fortuna che si poteva andare a fare due tiri col pallone o a prendere il sole) perché trasmetteva sempre o repliche o film vecchi (che con il tempo ho imparato ad apprezzare), oltre a programmi di una stupidità unica come Bellezze al Bagno o Beato tra le donne, che perlomeno intrattenevano ed erano inediti.
Crescendo, ho sempre più disprezzato i palinsesti televisivi estivi, forse costruiti così male per convincere lo spettatore a staccarsi almeno per una stagione dalla televisione (è questo che si intende per televisione che educa?), ma non mi sarei mai immaginato, che qualche mente diabolica, potesse riproporre il giochetto estivo (repliche delle repliche) anche durante il resto dell’anno.
La Rai, vergognosa, chiede di pagare il canone e passi pure che trasmette programmi spazzatura come L’Arena di Giletti (ma questa, se chiedete è la famosa contro programmazione intelligente: se c’è spazzatura su Mediaset deve esserci anche in Rai), invece di promuovere sulla prima rete Quelli che il calcio e Simona Ventura, ma si permette pure di darci in pasto le repliche di Montalbano, forte del fatto, che noi italiani, popolo di vecchi, abbiamo disimparato l’uso dello zapping (o per lo meno le famiglie selezionate dall’Auditel) e teniamo acceso il televisore sempre sullo stesso canale. Potrei capire, al massimo, la replica di un bel film (non preoccupatevi fanno pure quello, vedi Pretty Woman che sfida I Cesaroni… se avete i capelli per favore strappateveli al posto mio), ma di una serie poliziesca, dove il gusto sta nello scoprire chi è l’assassino, non l’accetto.
Mediaset, che ha la scusa di non far pagare il pubblico, riempiendo di pubblicità in ogni momento lo spettatore (esamplare Amici di sabato pomeriggio dove Maria passa dieci minuti a leggere il testo del nuovo libro dei suoi due collaboratori Chicco e Luca, palesemente pubblicità non segnalata) è ancora più subdola a mio modesto parere: prima compra i diritti di Dr. House, poi lo manda in onda sulla sua piattaforma a pagamento e solo 2 mesi dopo inizia a trasmetterlo anche su Canale5, però in seguito ad una puntata vecchia. Risultato: chi ha pagato per vederlo in anteprima lo vede poco dopo su Canale5 gratis (in Tv siamo alla terza puntata, mentre sul digitale hanno appena trasmesso la undicesima), chi ha aspettato la prima Tv su Canale5, deve prima sorbirsi una puntata vecchia, che con la quarta serie non ha nulla a che vedere e disorienta lo spettatore e poi due interruzioni durante quella nuova, mentre Mediaset può prendere in giro il pubblico (o almeno quello dell’auditel) per altre 9 settimane (la serie avrà più di 12 puntate, ma in America le stanno ancora girando, causa sciopero degli sceneggiatori).
Invito tutti coloro che guardano Montalbano o Dr.House a scegliere qualcosa di diverso per passare la serata. Pensate che bello se l’auditel facesse notare ai signori Rai e Mediaset che la loro prima serata sulle reti ammiraglie hanno raccolto le briciole rispetto ad altri canali. Sarebbe bello trovare una percentuale pari a 0 nella lettura dei dati auditel di Lunedì mattina, lo stesso numero che indica la considerazione che hanno loro per noi spettatori e che si meritano quelle geniali teste che ci stanno prendendo in giro.
Che cosa c’è di nuovo?
Mediaset e Rai son come la destra e sinistra dei nostri tempi…nemici amici per sempre!
..e si caro Diego, ormai alla televisione tradizionale sono destinati i prodotti vecchi mentre per vedere quelli nuovi, bisogna pagare!
è scandaloso e condiviso perfettamente l’idea dell’uso di YouTube… che roba, cosa mi hai fatto ricordare, la televisione estiva!! Meno male per me c’erano già i videogiochi…
“IL PITTORE CHE DIPINGE LA STORIA”
Le tele di Gaetano Porcasi: “il pittore che dipinge la storia” sono uniche, oltre che per i temi di impegno e di denuncia sociale trattati, anche per la tecnica ed i colori mediterranei da cui traspare un intensa “sicilianità ” . La mostra itinerante del 2003 sulla strage di Portella delle Ginestre ha rivelato l’elevato livello culturale dell’indagine pittorica di Porcasi e l’attualità dei temi trattati. Quel che accade nella Sicilia del 1947 quando i contadini occupavano le terre incolte che volevano seminare per sfamarsi scontrandosi con i proprietari terrieri difesi dai gabelloti mafiosi, accade oggi in Brasile dove i campesinos “senza terra” vengono assassinati dai vigilantes armati dai proprietari terrieri che erigono mura in difesa dei campi incolti. Nell’immobile “fotogramma” di una tela, desueto per la civiltà delle immagini che attualmente viviamo, l’autore riesce a trasferire il patos degli eventi ed i personaggi scaturiscono come prodotto puro della sua tensione morale, suscitando intense emozioni. A far da contrappunto alle pitture storiche che raccontano gli assassini di mafia, i paesaggi di una Sicilia solare con i fichidindia, le agavi, le ginestre, gli ulivi, le arance, i limoni; patrimonio di una terra baciata da Dio e calpestata dagli uomini. Infinite le tonalità dell’azzurro con le quali Porcasi dipinge il cielo della sua terra, è da lì che ha inizio il suo viaggio nel tempo. Le pagine della storia della Sicilia, sono scritte con il sudore e il sangue dei contadini che hanno dovuto combattere a mani nude per conquistare la terra e la libertà. Le bandiere rosse, simbolo della lotta dei lavoratori d’ogni tempo si fondono con il tricolore. In fondo è un’epopea italiana, mediterranea quella che l’autore ci racconta. Bandiere rosse e tricolore sullo sfondo di cieli di un azzurro struggente che nelle opere di Porcasi cambia di tonalità a seconda degli eventi, delle stagioni, degli umori degli uomini e delle loro azioni. Testimonianza questa dell’appartenenza dell’anima al tempo ed ai suoi mutamenti. Solo la natura rigogliosa tipica di questa terra, bella, solare e mediterranea, sembra rimanere immutata, muta ed immutabile testimone degli eventi e del trascorrere del tempo. Qui gli uomini sono solo “accidenti”. In questo l’artista opera come una divisione metafisica tra la natura: flora e fauna volte naturalmente al bene ed alle leggi immutabili (naturali) e l’uomo che quando è protagonista, è anche trasgressore per interessi di parte, per egoismo sfrenato, dell’armonia del creato, attore di violenza. C’è un’anima naturalistica dell’autore che può spiegarci l’impegno di Porcasi sul fronte ecologista in difesa della terra dall’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo che gli è costato persecuzioni e denunce da parte del potere costituito. Numerose, le analogie con i dipinti di Renato Gattuso rilevati dai critici d’arte nelle opere pittoriche di Porcasi. Oltre al realismo cromatico viene invocata la sicilianità, che appare condivisa aldilà delle tecniche utilizzate, con il grande maestro di Bagheria. Il verde dell’albero d’arancio amaro con le sue foglie di un verde acceso, le spine che nascono dai rami, così come i frutti colorati di un “colore arancio” dalle tonalità cromatiche rare, testimoniano, aldilà della semplice raffigurazione cromatica anche un’indagine psicologica complessa. Dal ramo, comune sorgente, scaturiscono frutti succosi e spine, proprio come accade nella vita degli uomini, che ogni giorno sono protagonisti della storia nel bene e nel male. La sicilianità in Gaetano Porcasi, diventa allora metafora della vita, e pretesto per raccontare storie mediterranee dal contenuto universale. L’artista dipinge con un linguaggio non criptato, facilmente comprensibile a tutti, dipinge con il cuore. Aldilà delle considerazioni “etiche” resta una riconoscibilità immediata delle tele di Gaetano Porcasi, che, nell’arte d’ogni tempo, è patrimonio dato a pochi artisti. Taluni restano sorpresi nel constatare la giovane età dell’autore, dietro queste opere d’arte che sanno di maturità piena. Il futuro, per questo “siciliano puro” non sarà un semplice accidente, ma qualcosa di straordinariamente importante per il mondo dell’arte.
Giornalista e critico d’arte
Cosmo Di Carlo
PITTORE ANTIMAFIA GAETANO PORCASI http://WWW.GAETANOPORCASI.IT