Continua negli Usa il muro contro muro tra il SAG (Screen Actors Guild) il principale sindacato degli attori e l’AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers), la sigla che raggruppa le principali majors e produttori. Dopo che la ventilata possibilità di un intervento da parte di un mediatore federale è divenuta realtà con la scesa in campo di Juan Carlos Gonzales, la situazione sembra tornata la medesima della scorsa estate con un niente di fatto da entrambi i fronti e la SAG che vieta ai propri iscritti di lavorare in base a regole diverse da quelle stabilite dal sindacato.
Sebbene la presenza del mediatore abbia per ora scongiurato un clamoroso sciopero, è pur vero che la soluzione alla vertenza sindacale appare lontana come la data del 30 giugno scorso, giorno in cui di fatto il contratto degli attori è scaduto, senza essere stato per ora rinnovato. Ricordiamo che il SAG tiene duro su otto punti imprescindibili: i compensi per gli attori, contributi per la pensione e sulle cure mediche per gli impiegati, residuals sui DVD, protezione sugli abusi delle opere, preservazione delle protezioni in caso di forza maggiore, uso e guadagni dai nuovi media.
Ora non rimane che attendere un prossimo ma per ora improbabile incontro tra SAG e AMPTP.