Lo sciopero degli attori comincia diventare una realtà. Come in questi casi succede sempre, ci sono stati mesi di trattative inconcludenti, ma stavolta sembra che si stia finalmente raggiungendo un punto fermo.
Il sindacato americano degli attori del cinema e della televisione (SAG) si è mosso in nome dei suoi 120000 membri, ed è stato richiesto al board del sindacato il voto di una risoluzione per indire questo sciopero. Il board si riunirà tra pochi giorni, il 18 Ottobre, e in quel momento si saprà qualcosa di più preciso.
Secondo l’AMPTP, l’Alleanza dei produttori del cinema e della televisione, lo sciopero non è necessariamente lo strumento adeguato; il senso della loro posizione sta nel fatto che il malcontento è imputabile massimamente alla crisi finanziaria, che non verrà comunque risolta da uno sciopero.
Ad ogni modo non si tratta di una novità: Membership First, che allora, prima delle recenti elezioni, deteneva la maggioranza dei seggi al national board, aveva lasciato inttravedere la possibilità di uno sciopero.
I fan sono in fermento, e la preoccupazione è giustificata. Il problema è che i recenti terremoti finanziari rendono la situazione ancora più complessa, e allontanano le parti da un punto di contatto.
Le proccupazioni sono giustificate,e non solo quelle dei fan: l’economia americana già in bilico potrebbe incontrare qualche serio problema, pensate infatti lo sciopero degli sceneggiatori è costato a Los Angelese circa tre miliardi di dollari, cifre da non trascurabili, specie in un momento come questo.