Affari Italiani ha promosso un curioso studio che oggi vi riportiamo: il quotidiano online ha domandato, ad un campione di 500 sacerdoti, i nomi delle conduttrici più apprezzate.
Il risultato parla chiaro: Monica Setta ha vinto con il 51% delle preferenze battendo Lucia Annunziata, seconda con il 44%. Lorena Bianchetti, che ha condotto A sua immagine, programma realizzato in collaborazione con la Conferenza Episcopale Italiana, fino al 2005, è solo quinta alle spalle della giornalista sportiva, sobria, rassicurante e obiettiva Paola Ferrari, terza al 36% e a Federica Sciarelli, quarta al 29%. A seguire Paola Saluzzi (17%), Caterina Balivo (15%) e Federica Panicucci (4%).
I sacerdoti hanno eletto come genere di programmi che seguono di più, con il 38% delle preferenze, il telegiornale (il Tg2 davanti a tutti, batte l’edizione del mattino del Tg5 e la rubrica domenicale del Tg3 Persone), poi l’approfondimento giornalistico (in particolare quello di Bruno Vespa, Maurizio Costanzo e Alessio Vinci), con il 23% delle preferenze, e lo sport (calcio, ma anche formula uno e motociclismo) con il 18% delle preferenze. Chiudono i documentari (14%) e Talk Show (5%).
Il panel ha individuato come male principale della televisione il suo essere troppo frivola e volgare (54%), ma anche asservita alle logiche economiche e del profitto (27%). Di contro il tubo catodico aiuta il processo di globalizzazione (32%) e la partecipazione e la conoscenza condivisa ed allargata (29%).
Don Mazzi, Presidente della Fondazione Exodus, della televisione italiana dice:
I telegiornali oggi risentono dei padroni che li comandano, manca insomma l’obiettività e non sono così educativi, anzi sono di parte. Si tratta di una televisione che non aiuta i giovani ad avere una coscienza critica che permetta loro un giudizio privo di condizionamenti. Bisognerebbe tornare a una informazione seria, curare molto di più l’aspetto culturale e dare più spazio alla musica, all’arte, al teatro e alla letteratura e dare più spazio alle fiction. Il Grande Fratello? Non lo condanno, si tratta di una semplice evasione.
Don Gino Rigoldi, a capo della Comunità Nuova Onlus, commenta:
La televisione non deve necessariamente educare le persone, ma nemmeno diseducarle. Sgrido i ragazzi della mia comunità appena li vedo guadare il Grande Fratello.
Don Fortunato di Noto per migliorare la televisione consiglia:
Un palinsesto che punti all’informazione, al mondo giovanile, ad approfondimenti politici bipartisan ma che soprattutto favoriscano il coinvolgimento dei cittadini e non si riducano alla trattazione scandalistica. E poi si potrebbe privilegiare una produzione maggiore dei film italiani.
Qualcuno, lassù, darà ascolto almeno a loro?