Sommovimenti vari nell’eterogeneo, quanto a numero di canali, panorama televisivo italiano, vivacizzato dalla sfida tra l’offerta del digitale terrestre in piena espansione e quella satellitare. Come riportato di recente da un articolo di Repubblica, sul piatto della bilancia ci sarebbe il cosiddetto quarto polo televisivo (dopo Rai, Mediaset e Sky) che nella realtà dei numeri non è mai decollato davvero. La7 in questi anni ha vissuto fasi alterne che l’hanno vista spesso sprofondare quanto a riscontri, al momento attraversa una fase di netta ripresa grazie alla preziosa ninfa vitale, che Enrico Mentana ha saputo infondere con il suo tg riportando l’audience a livelli appetibili da parte di eventuali inserzionisti ma anche acquirenti.
Non è una novità che Telecom Italia nella persona dell’amministratore delegato Franco Bernabè e del vicepresidente di Ti Media Gianni Stella, di fatto titolari dell’emittente, nell’ambito di una più ampia politica di ottimizzazione dei costi, in parole povere tagli al personale a tutti i livelli, stiano pensando da tempo di sbarazzarsi di quello che ormai viene considerato un peso. Ecco la possibilità ventilata dal suddetto articolo che La7 possa passare di mano. L’incarico di cedere se non tutta almeno una percentuale (si parla del 20%) dell’emittente dovrebbe essere affidato a Mediobanca, la domanda nasce spontanea: a chi?
Lo scenario che va a delinearsi è quanto mai incerto, poiché al momento non sembrano esserci soggetti disposti a farsi avanti rispetto a quelli già preesistenti, potremmo ipotizzare l’Rcs Media Group propietario attraverso la controllata Digicast di un pugno di canali tra cui Lei su Sky, da sempre impegnato sul fronte televisivo, con cui peraltro Telecom ha siglato di recente un accordo per la distribuzione e la fruizione dei contenuti editoriali, è ancora troppo presto però perché possa formalizzarsi qualcosa tra i due noti marchi anche sul fronte La7 la quale al momento continua la sua navigazione a vista. La verità è che nell’attuale situazione in cui riversa il sistema televisivo italiano, in mano a pochi soggetti per niente disposti a concedere spazio a nuove realtà, nonostante i tanti buoni propositi sventolati a destra e manca dagli organismi preposti come l’Agcom, nessuno si sente sufficientemente tutelato nell’eventualità di un ingresso sul mercato tv.
Nel frattempo su fronte dei nuovi arrivi, per la serie “a volte ritornano”, dal prossimo anno (lo start up è previsto per la prima metà del 2011), torna a far capolino in Italia il marchio Home Shopping Europe specializzato in vendite televisive, già conosciuto agli utenti per una precedente esperienza vissuta con il medesimo nome tra il 2001 (prima si chiamava Hot, Home Order Television) e il 2003, poi divenuto Canale D e infine Mediashopping. A capo della nuova avventura italiana l’amministratore delegato Nicola Gasperini. La fase di lancio prevede l’impiego di 100 persone, secondo le prime indiscrezioni i programmi verranno irradiati dalla sede di Monaco di Baviera, con l’impiego di televenditori italo-tedeschi, mentre un ufficio è già operativo a Roma dallo scorso mese di ottobre.