“L’operazione è riuscita ma il malato è morto!“, parafrasando il principe De Curtis, in arte Totò, con una battuta tratta da uno dei suoi esilaranti film, siamo riusciti a dare l’idea dello stato di salute della tv nostrana, assediata dalle nuove tecnologie, internet in testa, ma sempre al primo posto nella classifica di gradimento degli italiani, come certifica una recente indagine del Censis.
I canali televisivi tradizionali sono seguiti dall’85,6% dei cittadini, mentre in Francia la percentuale è del 91% in Gran Bretagna scende al 79,3% e in Germania al 49,7%. Tuttavia, il 20,6% degli italiani guarda abitualmente la tv satellitare e il 7,7% usa il digitale terrestre, come dire che nonostante l‘avvento di degne alternative sotto tutti i punti di vista, leggi qualità dell’immagine grazie al digitale, ma anche di contenuti come le prime dei film, l’italiano medio preferisce accostarsi alla tradizione, un po’ per scelta ma anche per necessità.
Se è vero infatti che la tv generalista sia ormai endemicamente incapace di esprimere il benché minimo barlume di novità, è altrettanto vero che forte di una lunga tradizione alle spalle gode ancora delle aspettative del pubblico medio perché quanto di più economico sia ancora a disposizione. Le prime tv sulla Rai o Mediaset, sono ormai una chimera, la ripetitività delle programmazioni strette dalle logiche commerciali un’offesa all’intelligenza umana, ma la scelta si rivela ancora vincente.
Qualora si voglia una tv di qualità o comunque una più vasta gamma di contenuti bisogna comunque pagare e il telespettatore italiano afflitto da una netta propensione alla geriatria, oppresso dalla crisi economica, con stipendi tendenti al ribasso, preferisce affidarsi a quello che c’è, magari stravaccandosi sul divano, telecomando in mano e sguardo annoiato, alla ricerca di quanto di buono offra il piccolo schermo, ossia ben poco, con una possibilità di scelta davvero limitata.
Hanno ragione i pubblicitari quando affermano che la tv generalista in un futuro prossimo sia ben lungi dal recitare il de profundis, ma resterà ancora la più apprezzata, d’altronde se certi film e telefilm vengono trasmessi con largo anticipo dai canali digitali, prima o poi arriveranno anche sulla tv tradizionale, basta aspettare un po’, perché andare di fretta?