Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, per dare un segnale di cambiamento al telegiornale di Raiuno, ha rimosso dalla conduzione Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso. Al loro posto da settimana prossima ci saranno Francesco Giorgino alle 20.00, Laura Chimenti alle 13.30 e Francesca Grimaldi al mattino.
La decisione ha subito suscitato polemiche, tanto che alcuni hanno parlato di epurazione. Minzolini non ci sta e spiega (fonte Agi):
C’era bisogno di rinnovamento e chi e’ stato spostato dalla conduzione è indirizzato ad altri ruoli di primo piano all’interno del Tg1. Quanto alle reazioni e ai documenti, sono banalità . Io non ragiono per documenti o per colori… Alla conduzione c’era gente da anni e anni, qualcuno si avvicina a quasi tre decenni in quel ruolo. E’ anche una questione d’immagine. A differenza di qualche consigliere, io ho il problema di rinnovare la platea, di avere un pubblico più giovane. L’ho già fatto con la scelta degli argomenti e nel mese di marzo gli ascolti del Tg1 sono cresciuti del 2 per cento nella fascia 30-40 anni. La mia è, tra virgolette, una logica squisitamente industriale che punta a rafforzare la nostra presenza tra l’intera platea di telespettatori, al nord come altrove.
Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, consiglieri di minoranza della Rai, non ci stanno e chiedono il reintegro dei giornalisti (fonte Adnkronos):
Ormai è evidente che al Tg1 è in corso una vera e propria epurazione dei giornalisti che non hanno firmato il documento in favore del direttore. La settimana scorsa era toccato al caporedattore Massimo De Strobel, oggi Minzolini ha annunciato al comitato di redazione che sono stati sollevati dal loro incarico di conduttore Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso, tutti professionisti che hanno contribuito a scrivere la storia di quella che un tempo è stata la più importante testata televisiva. Avevamo chiesto al direttore generale di fermare il disegno di annientamento dei valori, delle culture e delle autonomie professionali portato avanti con determinazione stalinista dal direttore del Tg1 e pertanto lo riteniamo corresponsabile di queste decisioni. Al presidente chiediamo un intervento a garanzia e in difesa di tutti coloro che in questa azienda hanno lavorato e lavorano con professionalità , serietà ed apprezzamento generale. Quanto sta avvenendo al Tg1 è il segno di un’arroganza che calpesta regole aziendali e dignità personali e per questo non è più tollerabile: non è in gioco soltanto la credibilità di quella testata ma dell’intero servizio pubblico.
Il consigliere di maggioranza Antonio Verro ribatte (fonte Apcom):
L’autonomia editoriale dei direttori delle testate del servizio pubblico va tutelata da qualsiasi ingerenza di tipo politico.
L’Usigrai non solo chiede il reintegro dei giornalisti, ma anche una discussione sul caso Minzolini. Dice il segretario Carlo Verna (fonte Apcom):
Minzolini appare accecato dalla note vicende che lo riguardano, stretto fra tapiri e scatoloni di firme contro una clamorosa scivolata per la quale non ha mai chiesto scusa (il caso Mills) e totalmente privo di serenità verso chi la pensa diversamente da lui, del suo comportamento dovrà rispondere anche chi guida l’azienda. Masi non pensi di poter fare come Pilato. Cancellare conduttori storici come Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso è solo il segno esteriore di un delirio di onnipotenza,consentito dall’acquiescenza del direttore generale e che già aveva portato ad altri accantonamenti e demansionamenti meno visibili per il pubblico. La richiesta dell’ Usigrai non può essere semplicemente il reintegro dei colleghi, ma una discussione sul caso Minzolini, che porti rapidamente ad un avvicendamento nella guida della testata.
Franco Siddi, segretario FNSI commenta:
Le vicende dei poteri di gestione e governo delle redazioni della Rai continuano a suscitare inquietudini e preoccupazione. E’ veramente inconcepibile che persino l’impiego nel lavoro dei giornalisti possa risultare connesso a valori non meramente professionali. La notizia della rimozione dagli incarichi di conduzione del Tg1, di colleghi come Paolo Di Giannantonio, Piero Damosso e Tiziana Ferrario e del capo redattore Massimo De Strobel, rischia di configurarsi come rappresaglia piuttosto che come un normale esercizio dei poteri del direttore che il contratto tutela. E’ inevitabile che ciò accada in un luogo attraversato da invasioni di campo politiche e permanenti. E non sarebbe peraltro la prima volta. Ma cambi così massicci che riguardano tre colleghi autorevoli che, guarda caso, appena poche settimane fa non firmarono un documento di sostegno al direttore, suscitano più di un dubbio. Se così dovesse essere nella sostanza il sindacato non starà di certo a guardare.