La manovra finanziaria ha portato nuove tasse per le televisioni a pagamento: una detta porno tax (un’addizionale del 25% sui redditi che derivano dall’industria pornografica e un aumento degli acconti dovuti al Fisco, che salgono fino al 120%), l’altra è una norma che inasprisce l’Iva sulle attività di televisione a pagamento.
Grida allo scandalo, contro il suo stesso proprietario, Mediaset, che in una nota dell’ufficio stampa dice, riguardo la seconda:
Apprendiamo con disappunto l’inserimento all’interno del decreto anticrisi approvato oggi dal Governo, di una norma che inasprisce l’Iva sulle attività di televisione a pagamento.
In attesa di leggere nel dettaglio il provvedimento che dovrebbe innalzare dal 10% al 20% l’impatto dell’imposta, esprimiamo fin da ora la nostra preoccupazione per il futuro di un’attività che Mediaset ha lanciato di recente e che in questo modo verrebbe fortemente penalizzata.
Immagino la disperazione di Sky e Mediaset, che saranno costrette ad alzare i prezzi delle loro offerte per rifarsi di ciò che perdono (ci andranno di mezzo i cittadini).
Quella che mi fa riflettere, però è la pornotax (premesso che in Italia non è nemmeno legale produrre porno), che più che altro, mi sembra una genialata fatta per fermare una tv di cui si parla poco, Conto Tv.
Conto Tv, che è una televisione che propone soprattutto materiale per adulti, ultimamente sta rompendo un pò le uova nel paniere a Sky e Mediaset inserendosi nelle trattative per i diritti televisivi delle partite (ha rischiato pure di prendersi i diritti della Coppa Italia).
Con la pornotax chi ci perde maggiormente è proprio la succitata televisione: posso anche sbagliarmi, ma probabilmente una simile tassa farà abbassare la cresta a chi cerca di emergere in mezzo al duopolio Sky – Mediaset.
Certo è, che con tutto il porno che c’è in giro (basta navigare su internet un minuto per trovarne uno al secondo) un simile provvedimento sembra proprio mirato. Non vi pare?