Politica e informazione televisiva si incrociano per l’ennesima volta in questi giorni. A tenere banco sono le decisioni dell’Agcom e la corsa alla poltrona del Tg2.
Partiamo dal Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che dopo aver stoppato la par condicio nei talk d’approfondimento politico, ieri ha richiamato all’ordine il Tg1, il Tg4 e Studio Aperto. Si legge nella nota:
Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto da Corrado Calabro, ha assunto oggi alcune deliberazioni in materia di pluralismo televisivo. Il Consiglio, a maggioranza, ha adottato un ordine a TG1, TG4 e a Studio Aperto di riequilibrio immediato tra tempo dedicato alla maggioranza e all’opposizione, evitando altresì la sproporzione della presenza del Governo, specie in relazione alla campagna elettorale d’imminente inizio.
Oggi potrebbe essere il giorno della nomina di Susanna Petruni come direttore del Tg2: il consiglio di amministrazione di Viale Mazzini valuterà un pacchetto di proposte messe a punto dal direttore generale Mauro Masi che prevede Susanna Petruni direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano Vicario al Tg1m, con una serie di vicedirettori: Fabio Massimo Rocchi, Filippo Gaudenzi, Fabrizio Ferragni e Claudio Fico. Come vicedirettore del Tg1 arriverebbe da Sky anche Franco Ferraro.
L’Usigrai, per voce del segretario Carlo Verna, esprime il proprio disappunto:
Con proposta del direttore generale Masi sarebbe pronto un vergognoso blitz spartitorio in Rai in maniera tale che tutti coloro che fanno parte della maggioranza consigliare escano vincitori. Tra le proposte che riguarderebbero pure la direzione del Tg2, c’è anche la più volte tentata e contestata assunzione dall’esterno. In questo caso l’ex candidato alla direzione di Rainews (Franco Ferraro, ndr), diventerebbe uno dei vice di Minzolini con chiamata diretta. È l’ora di dire basta.
Anche il presidente della Rai Paolo Garimberti avrebbe espresso perplessità: (fonte La Repubblica)
Per la successione alla direzione del Tg2 ho auspicato una soluzione ampiamente condivisa come quella che aveva portato alla scelta di Mario Orfeo. Un metodo che ha dato i suoi frutti e che dovrebbe sempre caratterizzare le decisioni del Servizio Pubblico. Non mi pare che la soluzione individuata vada in questa direzione e anzi mi sembra che anche le altre proposte siano destinate a spaccare il Consiglio. Proprio per evitare questo, mi auguro che possa esserci una ulteriore, necessaria riflessione. Ricordo anche che – l’ho già detto a inizio mandato – sono contrario in linea di principio e non certo per questioni personali ad assunzioni di vicedirettori dall’esterno. Sono convinto che in Rai vi siano molte professionalità in grado di ricoprire, nello specifico, il ruolo di vicedirettore del Tg1.