Solo per amore, il nuovo programma di Raidue condotto da Monica Setta, non sta ottenendo buoni risultati di pubblico (dopo l’esordio che ha catturato due milioni di spettatori, la seconda puntata ha perso metà del suo seguito, ed è stata seguita da poco più di un milione di spettatori) e lascia interdetti i critici televisivi dei quotidiani nazionali.
Stamane Antonio Dipollina de La repubblica e ieri Walter Siti de La Stampa, hanno scritto alcune riflessioni sulla trasmissione:
La fascia di pubblico che nemmeno sotto minaccia fisica guarderebbe mai Solo per amore è più ampia del previsto … Dopo due puntate ci sono già due casi che riguardano il sovrappeso del partner (un tema che ipnotizza il telespettatore) o quello che ha il vizio del gioco e la moglie è inviperita, soprattutto perché lui perde. I siparietti da pochi secondi con spettatori occasionali sono da posta del cuore di CronacaVera (la rivista) e comunque, alla fine, le beghe sentimentali sono da sempre le più noiose della terra. (Antonio Dipollina)
… Gli autori sono la maledizione della tivù: prendono temi della quotidianità che potrebbero essere interessanti e li formattano secondo stereotipi patetici (qui per esempio c’è uno scrigno che contiene i pegni d’amore: una carota per la tizia a dieta, una rosa per il seduttore pentito); barattano la sincerità con simboletti da Baci Perugina che ritengono “popolari”. Anche con gli ospiti vip vanno diretti sul cliché, senza ascoltare le cose (Magari stralunate e divertenti) che hanno da dire… invece agli autori piacciono quelle domande li (come fa a corteggiare una donna?, Si sente di chiedere scusa a qualcuno?), odiano essere spiazzati. Dai commentatori pretendono soprattutto luoghi comuni e quelli non si fanno pregare: «noi donne abbiamo un sesto senso» (Cucinotta), «il gioco è una brutta bestia» (Luca Ward). La De Rossi legge la favola di Grace, e di Ranieri «abbagliato dal suo candore»; sul candore di Grace ci sarebbe da eccepire ma l’importante è che la melassa coli sul pubblico. Perché sfruttare l’intelligenza degli ospiti quando è tanto più facile fingere trepidazione («ci sarà tuo marito dietro la porta ?») «noi donne abbiamo un sesto senso» (Cucinotta), «il gioco è una brutta bestia» (Luca Ward). La De Rossi legge la favola di Grace, e di Ranieri «abbagliato dal suo candore»; sul candore di Grace ci sarebbe da eccepire ma l’importante è che la melassa coli sul pubblico. Perché sfruttare l’intelligenza degli ospiti quando è tanto più facile fingere trepidazione («ci sarà tuo marito dietro la porta ?»). (Walter Siti)
Argomenti noiosi e ripetitivi, ricerca dello stereotipo, commentatori che parlano per luoghi comuni, riflessioni degli ospiti non ascoltate: concordate con l’impietosa analisi dei due giornalisti? Cosa promuovete e cosa bocciate di Solo per amore?