Avete presente il digitale terrestre? La rivoluzionari tecnologia verso cui sta convergendo tutto il sistema televisivo europeo, Italia compresa? Quella che ha drasticamente segnato la sorte di molti apparecchi televisivi ormai obsoleti, per la gioia delle aziende costruttrici un po’ meno per le nostre tasche? A oggi nelle zone come Roma e provincia convertite al dtt troppo in fretta, abbiamo tutti ben presenti i benefici a cui tale scelta scriteriata dettata da chissà quali interessi di parte, ci ha condotto: canali che vanno e vengono, segnali che spesso si bloccano (quelli della Rai in particolare) e soprattutto il clima di evidente deregulation in cui riversa la situazione delle frequenze dove a parte quelle di Rai e Mediaset, tutte le altre risultano distribuite alla carlona, con emittenti onnipresenti con più canali di seguito (tutti uguali) e altre anche prestigiose relegate in fondo alla “lista canali”, che ti costringono a una ricerca affannosa e non sempre coronata dal successo.
In un tale clima da far west si anima ancora una volta la contrapposizione tra i due colossi televisivi Sky e Mediaset. La prima con un indubbia posizione predominante sul satellite mentre la seconda favorita dal clima politico, decisa ad accrescere il proprio dominio sul dtt, già ricco di premesse grazie al fruttuoso riscontro dell’offerta Premium, spina nel fianco dell’operatore satellitare che ha visto un calo negli ultimi tempi dei propri abbonati.
L’aumento dell’iva al 20% sulle pay tv, la decisione via decreto Romani per la riduzione graduale dell’affollamento pubblicitario sul satellite, la linea dura di Mediaset circa la messa in onda pubblicitaria del diretto concorrente: “La pubblicità a Sky gliela abbiamo data per un sacco di anni, ma oggi siamo in concorrenza diretta“, ha commentato l’Ad Giuliano Adreani, hanno contribuito a rendere sempre più acceso il muro contro muro tra i due contendenti, anche la Rai potremmo obiettare è concorrente diretto di Sky ma gli spot della piattaforma satellitare vanno regolarmente in onda sulla tv di Stato.
Come se non bastasse ricorderete come il Governo sempre nella figura del viceministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, abbia rallentato di un mese con la scusa di “accertamenti” la messa in onda di Cielo il canale di Sky sul dtt che si appoggia al multiplex del gruppo Espresso, un chiaro avvertimento alle velleità del marchio satellitare.
Ora Rupert Murdoch, l’editore di Sky, chiede di partecipare all’asta per assicurarsi una delle 5 reti del digitale terrestre che dovranno essere messe a disposizione degli operatori minori (3 di questi) e di nuovi entranti (2). Asta che serve a sanare la procedura di infrazione avviata dalla Ue contro la legge Gasparri sulla tv. Per l’occasione Sky ha chiesto all’Ue di anticipare il proprio ingresso sul dtt previsto per il 2012, ma ad un parere favorevole del commissario Almunia, si contrappone la volontà di Mediaset di mantenere il più a lungo possibile quello che a tutti gli effetti ha le parvenze di un monopolio sui canali a pagamento (le offerte degli altri operatori tipo Dahlia sono ancora modeste).
“In compagnia di tutti gli altri operatori tv noi diciamo che non ci sono cambiamenti tali sul mercato che consentano al monopolista satellitare di acquisire le scarse frequenze di trasmissione, già insufficienti per gli operatori attuali”. Ha dichiarato Fedele Confalonieri presidente Mediaset. E meno male che il dtt avrebbe dovuto offrire frequenze a tutti, nessuno escluso. A metà aprile la Ue prenderà una decisione definitiva sull’ingresso di Sky sul dtt e se dovesse dare il beneplacito? C’è da giurarci che il Governo adotterà una leggina ad hoc per sbarrargli la strada. Alla prossima puntata della telenovela.