Il giudice ha rigettato il ricorso di Alan Rosenberg e Anne-Marie Johnson, che avevano chiesto alla corte di annullare il licenziamento di Doug Allen che, secondo loro, non era da considerare valido (il writtens assent è stato giudicato incostituzionale dal capo della SAG).
La battaglia legale riprenderà non appena alcuni problemi tecnici verranno corretti (mancano ad esempio i nomi dei 41 membri che hanno licenziato Allen), così il presidente e il vicepresidente della SAG potranno fare ricorso.
A questo punto, mentre Sam Freed presidente della sezione newyorkese della SAG butta altra benzina sul fuoco, sottolineando l’egoismo del gruppo dirigente, interessata solo a tenersi il posto di leader invece di pensare a governare e a dare un contratto a tutti coloro che stanno lavorando senza da mesi, David White, direttore esecutivo nazionale ad interim, ha convocato un meeting per domenica, per parlare definitivamente del licenziamento di Doug Allen e ottenere l’appoggio del board.
Cosa può accadere? E’ una lotta contro il tempo: se il giudice invalidasse il licenziamento di Allen, White perderebbe subito il suo ruolo di direttore esecutivo nazionale ad interim e con esso anche la possibilità di indire meeting, che salterebbe fino a data da destinarsi. Risultato? Ancora stallo all’interno del sindacato e minor potere contrattuale con l’AMPTP (qualora ricominciassero i negoziati) che può giocare sul fatto che la SAG non è unita.