La terza serata del Festival di Sanremo 2009 ha regalato due verdetti: Ania è la prima vincitrice di SanremoWeb (purtroppo per lei, alle spalle ci sono i dubbi sulla correttezza del sistema del televoto, che ci auguriamo non la riguardino) e i due big ripescati sono Al Bano e Sal Da Vinci come era prevedibile pensare (i fan dei due artisti graziati dal televoto sono numericamente maggiori a quelli di Tricarico, Afterhours, Nicky Nicolai e Iva Zanicchi).
La puntata di ieri sera è stata caratterizzata dal colpo da maestro di Paolo Bonolis di portare sul palco tanti Big della canzone italiana, che probabilmente non sarebbero mai venuti, Riccardo Cocciante, Ornella Vanoni, Lucio Dalla, Riccardo Cocciante, Battaglia-Fornaciari-Vandelli, Gino Paoli, Pino Daniele (senza dimenticare il duo Biondi – Bucharach), che hanno fatto musica e spettacolo come nei giorni migliori.
Una domanda sorge spontanea: bisogna per forza far raccomandare parenti, figliastri e giovani emergenti, per avere nomi simili sul palco dell’Ariston? Dove è finita l’attrattiva di Sanremo?
Gli ospiti: in mezzo ai cantanti stranieri amati da Bonolis e a un disponibilissimo Kevin Spacey, di cui non si capisce esattamente l’utilità, si distingue in tutto l’arco della puntata un’ottima Gabriella Pession,simpatica, fresca, capace di inciampare (linguisticamente parlando) meno delle colleghe che l’hanno preceduta, insomma una donna che meriterebbe di calcare il palco dell’Ariston ogni sera. Dimenticavo: i modelli sono ufficialmente utilizzati come uomini oggetto (vedi la statuaria performance dell’elegante Thyago Alves con Luca Laurenti).
La puntata: non è facile reggere fino all’una di notte (e oltre) e seguire bene la trasmissione. Caro Paolo, per favore, stringi i tempi e cerca di finire lo spettacolo entro mezzanotte e mezza.
Luci e regia: con una simile scenografia, non si capisce perché si debbano avere certe luci e certe riprese, che stancano gli occhi e rendono difficile l’osservazione dei cantanti (la televisione è fatta anche di immagini no?): è possibile un cambio in corsa, che regali figure intere, immagini suggestive e meno roboanti (domanda rivolta dalla mia collega che scrive degli abiti di Sanremo nella rubrica Scheletri dall’armadio)?