Il comitato di redazione del Tg1 ha scritto una nota molto dura contro Augusto Minzolini riguardo al modo con cui il direttore del telegiornale di Raiuno ha deciso di gestire la vicenda Silvio Berlusconi – Ruby:
Dopo la rievocazione del caso Leone, il sexy-gate di Clinton: si propongono accostamenti alla vicenda che coinvolge il presidente del Consiglio e si omettono gli elementi chiave dell’inchiesta che lo riguarda. Così non si fa informazione completa ed equilibrata, ma si usa il principale telegiornale del Paese per orientare i telespettatori. Il cdr chiede che una vicenda istituzionale così delicata sia finalmente trattata in modo completo, a garanzia di tutti i nostri telespettatori.
Anche il presidente dell’associazione di telespettatori cattolici Aiart, Luca borgomeo, è critico:
Del tutto inappropriato il paragone del tg1 tra Berlusconi e Leone. Ricordiamo a Minzolini che Leone si dimise. La gravità di certi comportamenti del premier è affievolita tra la gente da come essi sono raccontati dal servizio pubblico televisivo. Questa è vera disinformazione. Minimizzare la condotta morale del premier, non darne adeguato conto da parte del principale tg nazionale contribuisce a non far percepire dall’opinione pubblica la gravità del problema E va ancora peggio se si fanno paragoni inappropriati, che dimostrano una pessima conoscenza della nostra storia politica.
Il deputato dell’UDC Enzo Carra, segretario della commissione di Vigilanza Rai, aggiunge:
Il direttore del Tg1 dovrebbe ritrovare il senso delle dimensioni: il paragone di questa sera tra le vicende di Berlusconi e la campagna di stampa contro l’ex Presidente Leone negli anni ’70 è semplicemente ridicolo. Quella fu una mattanza politica questo e’ un problema di morale pubblica.
Di tutt’altro avviso è il portavoce del Pdl Daniele Capezzone:
Il paragone scelto dal Tg1 di Minzolini con il caso Leone è giornalisticamente appropriato. Anziché insultare, la sinistra farebbe bene a ricordare le scuse che tanti dovettero indirizzare a posteriori a Giovanni Leone. I linciatori di ieri e di oggi ci riflettano, e non cerchino di intimidire il Tg1.