Milena Gabanelli conduttrice del programma Report, al convegno organizzato dalla Federazione nazionale della stampa a Roma intitolato Liberta d’informazione quanto costa e a chì, insieme ai presidenti della Federazione degli editori e dell’Associazione nazionale magistrati, Carlo Malinconico e Luca Palamara, ed anche Guido Columba, presidente dell’Unione nazionale cronisti e l’avvocato Oreste Flammini Minutolo, ha detto (fonte Ansa):
Il vero problema della libertà di stampa è un problema che riguarda il diritto, non il politico di turno. Serve trovare uno strumento giuridico che limiti le cause di risarcimento. Per quel che mi riguarda pesano al 70% sul nostro lavoro
La trasmissione, che fa parte del giornalismo più esplicito ed esposto, è presa di mira costantemente, e la Gabanelli parlando del programma ha detto ironicamente:
Oramai quando ci arriva una querela io stappo una bottiglia, perché oramai non ci querela più nessuno. Ci sono solo cause civili di risarcimento: si sta a bagnomaria per anni sottraendo tempo al lavoro, al diritto dei cittadini a essere informati e soldi all’azienda. Se sei un piccolo editore non ce la fai. In 13 anni di vita di Report abbiamo accumulato cause civili insostenibili da un punto di vista fisico. E posso dire con certezza cha la maggior parte di queste sono intimidatorie, non hanno fondamento.
Parlando della prossima puntata del programma, che verterà sulla Finmeccanica, la Gabanelli ha detto:
Tutti i soggetti coinvolti nell’inchiesta sono stati contattati, ma ci hanno risposto attraverso i legali che vedranno la trasmissione e poi eventualmente si rivarranno.
Franco Siddi segretario della Fnsi, ed intervenuto al convegno dicendo:
Ogni volta che i centri di potere sono toccati da notizie vere reagiscono con azioni che intimidiscono e puniscono chi si sta occupando di questi fatti e non c’é sempre la forza o la base economica per resistere. In questi anni abbiamo subito molti attacchi e proposte di legge portate a estreme conseguenze, fino all’introduzione di bavagli. Occorre pensare a nuove norme, anche rivedere la legge sulla stampa, bisogna riflettere sulla funzione del giornalismo in un paese civile. Dobbiamo essere forti noi, i nostri direttori e i nostri editori.
Carlo Malinconico della Fieg, dopo essere stato chiamato in causa ha dichiarato che:
Io credo nell’autoregolamentazione dei giornalisti perché se non c’é disciplina di autoregolamentazione c’é il rischio che venga posta dall’esterno. La nostra percezione è che la libertà di stampa ci sia ma c’é anche il timore dell’affermarsi di interventi come la legge sulle intercettazioni: bisogna evitare che l’editore sia chiamato a fare opera di censura preventiva. Valori come la libertà di stampa sono un rating della democrazia.
Luca Palamara, collega di Malinconico alla Fieg ha concluso:
Anch’io credo nell’autoregolamentazione e credo anche nella necessità che ciascuno nei suoi ambiti, giornalista, magistratura, Parlamento, debba assumersi le sue responsabilità . Sulla diffamazione l’Anm può svolgere un ruolo di sensibilizzazione culturale come ha fatto per la legge sulle intercettazioni