Mario Monti ha annunciato che a breve si entrerà nel vivo del nuovo corso della Rai, all’insegna di “professionalità, competenza, indipendenza da qualsiasi parte politica e sostegno bipartisan“. Il Presidente del Consiglio ha indicato tempi brevi (forse la data decisiva sarà l’8 maggio):
La prossima settimana, appena celebrato il primo turno delle elezioni amministrative, si procederà.
Il primo problema è rappresentato dalla volontà del Pd di non votare alcun membro del Consiglio di amministrazione (Cda), senza la riforma della governance che liberi la Rai dalla politica. Questa riforma è però ostacolata dal veto del Pdl a modificare la legge Gasparri. Dunque scegliere il presidente pare essere un obiettivo difficile al momento considerando che per arrivare ai due terzi della commissione di Vigilanza servono i voti dei Democratici.
La soluzione a cui starebbe pensando palazzo Chigi sarebbe quella di modificare lo statuto di viale Mazzini dando al presidente poteri operativi e elevandolo a capo azienda in un “sistema duale” con il direttore generale. Resta da capire se al Pd basterà questa soluzione.
I nomi che circolano in queste ore per ricoprire le cariche di presidente, componente del Consiglio di amministrazione (Cda) in rappresentanza del Tesoro, sono quelli di Giulio Anselmi (presidente dell’Ansa e Fieg) e Ferruccio De Bortoli (direttore del Corriere) mentre per la direzione generale i papabili sono l’attuale dg Lorenza Lei (sostenuta dal Pdl e apprezzata dall’Udc), Giancarlo Leone (è già vicedirettore generale), il prodiano Claudio Cappon e Francesco Caio (ex Telecom gradito al Pdl). Le candidature di Santoro e Freccero saranno prese in considerazione, ma difficilmente diventeranno realtà.