La sentenza di condanna dell’avvocato Mills, che secondo i giudici sarebbe stato corrotto da Berlusconi, ha provocato il caos nella trasmissione di ieri sera a Porta a porta: il rappresentante dell’Italia dei Valori Donadi e l’avvocato di Berlusconi l’onorevole Ghedini hanno parlato per buona parte della trasmissione sovrapponendo le loro voci. Risultato? Nessuno ci ha capito nulla. (video dopo il salto)
Non è questa la sede adeguata per discutere una sentenza giuridica, o le parole del premier che definisce la presidente del collegio giudicante Gandus una estremista di sinistra, un nemico politico o ancora o il fatto che la Lega e AN non appoggiano il Premier nella crociata contro i magistrati (Fini:”Il Parlamento non c’entra niente con il processo Mills”). Semmai su un blog di televisione è più utile notare come non si faccia informazione, come nella puntata di ieri di Porta a porta, dove il continuo battibecco disordinato invitavano il telespettatore a cambiare canale.
Così l’informazione non è arrivata agli spettatori che hanno potuto capire soltanto che la legge ha condannato una persona che era collegata a Berlusconi, ma senza sapere il perché e che la maggioranza parla di sentenza ad orologeria, proprio in periodo elettorale (un po’ come le nomine dei direttori di Raiuno e Tg1 direbbero i maligni).
Ci penseranno i telegiornali a modo loro, dando la notizia in fondo al tg, dandola in parte, dandola e facendo replicare subito dopo un membro della maggioranaza, ad informare gli italiani sul processo Mills, non Porta a Porta con un clima simile a quello del Processo di Biscardi. E’ un vero peccato che il moderatore della trasmissione non si sia imposto fermamente con i suoi ospiti, è un peccato che le due parti non siano riuscite a raccontare i fatti (anche se i processi televisivi non li ho mai sopportati). Un’occasione persa per dimostrare a Freedomhouse che l’informazione in Italia non è parzialmente libera.