La Federazione Nazionale Stampa Italiana e l’Usigrai, l’unione sindacale dei giornalisti Rai, hanno definito particolarmente “gravi” le voci dell’ormai imminente passaggio di Paolo Ruffini, direttore di Rai 3, a La 7. La FNSI e l’Usigrai vogliono fermare quello che definiscono “un autentico e scientifico smantellamento del servizio pubblico”.
In un comunicato, i due sindacati non si spiegano la sistematica partenza di volti Rai premiati dall’Auditel:
Non è in questione, naturalmente, il pieno diritto de “La7” di far la sua campagna-acquisti, muovendosi nelle praterie del mercato messe a disposizione da una Rai scandalosamente rinunciataria. Ma non si può accettare che, a viale Mazzini, il vertice lavori di continuo a creare ostacoli a nomi e programmi che possono contare su un largo apprezzamento del pubblico e a mettere fuori risorse professionali notevoli (rimane ancora inspiegabile, tra l’altro, la rinuncia a Saviano).
La FNSI e l’Usigrai non credono alle motivazioni con le quali vengono giustificati ogni volta i problemi che gravitano intorno a programmi poco graditi:
Per ogni vicenda si adduce pretestuosamente una differente motivazione: Santoro non poteva andare in onda su imposizione della magistratura; per Gabanelli si scopre una complicatissima questione di tutela legale; Ruffini non può essere mica direttore a vita. Si mettono in fila questi problemi specifici, e si ottiene magicamente la lista dei nomi e dei programmi sgraditi al Presidente del Consiglio.
Il comunicato termina con un appello al direttore generale Lorenza Lei:
Al Direttore Generale, Lorenza Lei, accolto al suo arrivo da un consenso unanime per la speranza di autonomia aziendale che sembrava incarnare, il sindacato dei giornalisti chiede un cambio di registro e di mostrare in modo molto, molto più netto che in Rai non soffia più lo “spirito di Trani”.