Tempi duri per l’Auditel? Forse il giudice supremo della televisione, quello che determina la vita o la morte dei programmi televisivi, e di conseguenza, dei conduttori e dei direttori di rete, potrebbe essere condannato in maniera formale dall’Antitrust, autorità che controlla la corretta concorrenza sui mercati.
Infatti, spinta da un esposto di Sky partito nell’autunno del 2009, l’Antitrust ha avviato un “processo” all’Auditel, che, dopo due anni, arriva adesso alla fine; nelle ultime settimane, l’Antitrust ha scritto una bozza di provvedimento, l’ha trasmessa ad una seconda Autorità , il Garante per le Telecomunicazioni, perché esprimesse un parere. Il Garante per le Tlc ha dato il suo parere giovedì scorso. Ed ora l’Antitrust potrà ufficializzare la sua condanna. A renderlo noto è il quotidiano Repubblica.
Ecco alcuni dei peccati evidenziati ed elencati nella bozza di provvedimento (dal punto 215 al 217) dell’Antitrust: “Tra la seconda metà del 2009 e l’ottobre del 2010” questo soggetto non ha pubblicato i dati di ascolto “per ciascun canale e per ciascuna piattaforma trasmissiva”, come invece avrebbe dovuto. Comportandosi in questo modo l’Auditel “non ha permesso di cogliere l’impatto – sulle performance delle diverse piattaforme trasmissive – delle profonde trasformazioni che stanno interessando il settore tv“.
La conseguenza di tale omissione sarebbe stata quella di ostacolare “lo sviluppo di nuove offerte da parte delle emittenti televisive già operanti” e “l’ingresso” di nuovi editori “sul mercato”. Così l’Auditel “ha avvantaggiato le maggiori emittenti generaliste”, come Rai e Mediaset, che sono i “principali azionisti di Auditel” stessa (la Rai lo controlla al 33 e Mediaset al 26,67 per cento).
L’altra contestazione che avanza l’Antritust riguarda “l’errata attribuzione dei risultati della sua rilevazione anche alle famiglie italiane che non hanno un televisore“:
La produzione di dati di ascolto che sovrastimano la performance solo di alcuni canali (ed in maggiore proporzione quella dei canali più seguiti) costituisce un comportamento abusivo.
Dunque, all’Auditel vengono contestati “comportamenti discriminatori nei confronti delle altre emittenti attive sul mercato“:
I comportamenti di Auditel costituiscono violazioni gravi della disciplina a tutela della concorrenza.
Azioni ancora più gravi perché l’Auditel opera “in posizione dominante nel mercato della rilevazione degli ascolti televisivi in Italia“.
Come detto, la bozza di provvedimento dell’Antitrust è stata valutata dal Garante per le Tlc. Esso ha praticamente assolto l’Auditel per aver rinviato la diffusione dei dati “canale per canale e piattaforma per piattaforma”, in quanto questo rinvio può essere avvenuto in buona fede perché Auditel era preoccupata di disporre di campioni statistici significativi per poi divulgare dati “attendibili”. Invece il Garante per le Tlc considera grave (proprio come l’Antitrust) il fatto che “l’Auditel abbia incluso nell’elaborazione dei suoi dati anche quei cittadini” che non hanno un televisore in casa. Questo “errore metodologico” penalizza Sky perché gli ascolti della pay-tv sono riferiti invece ai soli italiani “dotati di televisore” ed abbonati.