Insieme al reality è certamente il genere televisivo più abusato, ibridato e discusso del piccolo schermo. La televisione italiana da anni pullula di talk show, spettacoli di parole dove politici, giornalisti, esperti e tuttologi si confrontano su uno o più temi, quasi sempre dando vita a discussioni che si trasformano in risse dialettiche. Il limite, il più evidente, del talk politico resta comunque l’impossibilità di superare le conseguenze televisive imposte dalla par condicio e più in generale dall’ingerenza del Palazzo. Un politico di sinistra contro uno di destra, un giornalista schierato contro un altro giornalista schierato, un opinionista contro un altro. Tutto prevedibile, tutto già sentito e vissuto. Ma pur nella volgarità e bassezza di alcuni casi, talvolta resta lo spazio per spassose e irresistibili scenette da commedia all’italiana.
Ballarò, insieme a L’ultima parola, è l’esempio più classico di talk politico dove la rissa verbale è più facilmente ottenibile. I politici che ogni settimana s’alternano nel programma di approfondimento di Raitre sono puntualmente accompagnati dai loro portaborse a mo’ di claque tra il pubblico con la funzione di “chiamare l’applauso”, come si dice nel gergo televisivo.
Annozero, il talk politico più seguito, è quello che riesce meglio a spettacolarizzare le vicende d’attualità politica. E in base al tema trattato, di puntata in puntata, Michele Santoro invita in trasmissione ospiti con linguaggi specifici. Giovedì scorso, ad esempio, per la prima volta il programma di Raidue ha ospitato Giorgio Stracquadanio, deputato Pdl, vera garanzia per la rissa televisiva. Così i battibecchi con il conduttore e con Marco Travaglio hanno scatenato le risate del pubblico presente in studio (pubblico più giovane e più autentico di quello di Ballarò): “Lei non è nessuno, continui a giocare con l”i-Pad” ha affermato Santoro di fronte alle frequenti interruzioni praticate dal parlamentare intento a prendere appunti sul tablet della Apple; “lei è della squadra della Procura della Repubblica di Milano“, ha risposto Stracquadanio, peraltro sbeffeggiato da Travaglio per le “lezioni di diritto” che ha offerto nel corso della diretta.
Più elitario è Niente di personale, programma condotto da Antonello Piroso su La 7. Dopo alcuni mesi di astinenza, l’ex direttore del Tg della rete Telecom, ha reintrodotto il segmento talk all’interno della diretta, quasi totalmente incentrata su interviste a personaggi celebri. Così martedì scorso, in attesa del Ruby day (l’inizio del processo che vede coinvolto anche Silvio Berlusconi, accusato di concussione e di prostituzione minorile) Piroso ha progettato un dibattito politico invitando alcuni suoi colleghi (Piroso da tempo è allergico ai politici , ne invita pochi e poco spesso) quali Riccardo Barenghi (Stampa), Anselma dell’Olio, Manuela Palermi, Alessandro Sallusti (Il giornale) e – in collegamento da Milano – Paolo Liguori (Tgcom) e Gianni Barbacetto (Il fatto). Ne è venuto fuori uno spettacolo tanto trash e desolante quanto divertente (qui ne potete vedere una parte).
Antonello Piroso ha dovuto rompere le convenzioni televisive dell’anchorman autoritario ma impeccabile formalmente. Infatti per far tacere prima l’incontinente Barbacetto e poi l’invadente Liguori, e far proseguire civilmente la discussione, Piroso è stato costretto ad alzare la voce esclamando, disperato, “Io non vi posso dividere perché sto qua, come ve lo devo dire?“.
Piroso, così, ha deciso di rompere anche un’altra formalità tutta televisiva rivolgendosi ai suoi ospiti non più con il canonico “lei”, ma col colloquiale “tu”.
Nonostante le numerose esortazioni rivolte ai colleghi a “stare sulla politica“, il dibattito è rimasto ad un livello scadente, fin quando la coppia Barbacetto-Liguori ha regalato grasse risate. Liguori, sempre più “cianotico“, ha insistito nel suo monologo, Barbacetto, come una spalla comica, ha preso a bere acqua da un bicchiere di plastica, fingendosi indifferente alle parole pronunciate dal collega. Una scenetta che ha fatto scattare Piroso, il quale, laconico, ha chiesto “Avete capito perché ho smesso di fare talk show?“
Il tutto condito dai soliti “Non mi interrompere, io non ti ho interrotto“. Alla fine è Liguori (poco prima aveva minacciato Barbacetto in modo pragmatico: “Al prossimo ‘non è vero’, ti rovescio la sedia“) ad aver ragione, fotografando un altro aspetto peculiare del talk televisivo: “Chi non vuole essere interrotto non venga in televisione, stia a casa sua“. Non fa una piega.