Secondo il 24esimo Rapporto Italia dell’Eurispes internet e il digitale terrestre hanno eroso fortemente il primato della televisione generalista. I risultati dimostrano che soprattutto fra giovanissimi e giovani la Rete rappresenta un fortissimo polo di attrazione sui temi dello svago. Infatti il 52,6% dei ragazzi tra i 12 ed i 18 anni afferma di guardare meno la Tv da quando utilizza Internet. Solo per il 47,9% la televisione costituisce il principale canale di informazione.
Secondo l’Eurispes:
Mai come nell’ultimo anno si è presa coscienza del fatto che la televisione, come era stata intesa per tanti decenni, non esiste più e che il meccanismo degli ascolti è già irreversibilmente mutato.
La rivoluzione ha anche un altro fattore: i nuovi canali in chiaro. Nel 2011 l’audience si è ancor di più frammentato: il peso percentuale delle reti generaliste è passato dal 90,7% del 2000 al 76% della prima metà del 2011 e continua a calare (gli ultimi mesi del 2011 hanno fatto segnare il 73%). Ed ancora tra settembre e ottobre 2011 le 6 reti generaliste hanno perso in prima serata, rispetto allo stesso periodo del 2010, il 7,7% complessivo di share, 2.371.000 telespettatori.
Chi sta messo peggio sono Raiuno e Canale 5: l’ammiraglia del servizio pubblico è scesa ad uno share del 20% (solo nel 2006 era al 23%), Canale 5 nell’autunno 2011 addirittura sotto il 18%. Ma anche per Italia 1, Rete 4 e Raidue i dati non sono migliori. Unica eccezione è rappresentata da Rai 3, in crescita. Peraltro la situazione potrebbe peggiorare ancor di più per le generaliste, dopo la revisione dei meccanismi dell’Auditel, richiesta con forza da Sky e da La 7.
Per quanto concerne i canali a pagamento, la classifica dei più seguiti conferma del primato del calcio (Premium Calcio e Sky Sport 1) e l’affermazione dell’informazione di SkyTg24 davanti ai canali di cinema. Infine, il sito più conosciuto e cliccato è Youtube. Il consumo di video su Internet solo nell’ultimo anno è aumentato del 19%.
Intanto per il 2013 è previsto un calo dello share dall’80% al 70% sulle televisioni tradizionali, mentre sulle nuove piattaforme (gratuite e a pagamento) salirà dal 25% al 35%, in modo da compensare la perdita ( la stima è di Groupm 2011).