Dopo il premio rifiutato da Pierfrancesco Favino e l’appello lanciato dall’associazione dei 100 autori durante il gala di chiusura del Romafictionfest 2009, gli autori, gli attori, i registi e i lavoratori del mondo del cinema, della televisione e del teatro si sono radunati ieri in piazza Montecitorio a Roma, per protestare contro il taglio di 82 milioni di euro del FUS, fondo unico per lo spettacolo (Si legge nella nota:”Siamo tanti, più di 200.000, in larga parte precari, intermittenti, non tutelati in materia di diritti e garanzie sociali. Siamo i lavoratori dello spettacolo. Da oggi una categoria in via di estinzione. Perché lo stato italiano investe per il nostro settore quindici volte meno di quello che fanno gli altri Stati Europei“), che passa da 460 milioni di euro del 2008 a 378 milioni del 2009 (Foto La stampa).
Presenti alla manifestazione c’erano tra gli altri: Mario Monicelli, Carlo Lizzani, Ettore Scola, Carlo Verdone, Ricky Tognazzi, Silvio Orlando, Mariangela Melato, Paolo Virzì, i fratelli Vanzina, Nanni Moretti, Stefano Rulli, Luca Zingaretti, Valentina Lodovini, Massimo Ghini, Alba Rohrwacher e pure i politici, compresi gli onorevoli del centrodestra Gabriella Carlucci e Luca Barbareschi (a dimostrazione della protesta bipartisan). Quest’ultimo dice:
Bisogna fare sciopero per quattro mesi non solo un giorno, il lunedì, giorno di pausa degli attori. Altrimenti avremo solo diritto al mugugno … dobbiamo batterci per riformare anche l’etica. Ci sono teatri, imprenditori, al limite della truffa. E’ difficile fare una battaglia quando per anni ci sono stati produttori che hanno rubato soldi allo Stato.
Purtroppo, anche se il 7 giugno il Ministro Bondi aveva promesso di ripristinare almeno 60 milioni di euro, lo sceneggiatore Andrea Purgatori fa sapere che non ci sono grandi speranze:
Non abbiamo buone notizie nè in verità ci speravamo molto. Per ora non sembra esserci via d’uscita al reintegro del Fondo unico per lo spettacolo da parte del governo e dobbiamo quindi attrezzarci ad altre forme di lotta e di protesta.
Se la situazione non dovesse sbloccarsi nei prossimi giorni ci potrebbero essere avvisaglie, dallo sciopero ad oltranza, al blocco delle radio e delle televisioni, fino alle serrate dei set e al boicottaggio del Festival di Venezia a partire della conferenza stampa del 30 luglio (su quest’ultima ipotesi non tutti sono d’accordo, perché un conto è boicottare la conferenza stampa, un altro è disertare il Festival del cinema che è una delle principali vetrine della nostro patrimonio culturale).
E’ notizia di oggi, infine, che anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e quello della Camera Gianfranco Fini si auspicano il reintegro dei fondi. Gianfranco Fini, tra l’altro, vorrebbe il reintegro e, dal giorno dopo, un tavolo comune per riformare il sistema di finanziamento allo spettacolo.