Lo Show Man Fiorello, in un articolo per la rivista Vita e pensiero (uscirà il prossimo 19 gennaio), anticipata dal quotidiano La Repubblica, parla di come vede la televisione italiana degli ultimi anni, di come è cambiata e come non riesce più ad essere innovatova e fresca e dice:
Bisogna riconoscerlo chiaramente. Abbiamo avuto successo con un programma e abbiamo paura di farne un altro che potrebbe andare male. So che è sbagliato, perché ci si dovrebbe mettere sempre in gioco; tuttavia, temo che anche se lo si volesse fare, sarebbe dura
Nell’articolo di Repubblica il mattatore siciliano parla anche del suo futuro ritorno in Rai e di alcuni progetti che erano in cantiere e che non sono mai andati a buon termine e dichiara:
Ero d’accordo con la Rai per alcuni progetti. Poi è successo un piccolo disguido, sulla stampa ho letto qualche indiscrezione che mi ha fatto venire dei dubbi. Per ottenere un programma come piace a me, purtroppo, ci vogliono tanti soldi. Solo le prove costano molto: se usi i ballerini devi pagargliele per tutti i giorni; e poi, insomma, mangiano anche. Se vuoi gli ospiti, anche loro chiedono rimborsi e gettoni. Non parliamo del megaospite americano. È quindi un po’ difficile far pagare a un’azienda tipo la Rai un varietà come “Stasera pago io”, che costava un botto. Anche se va considerato il fatto che durava tre ore: in un colpo solo si prendeva prima, seconda e terza serata…
Fiore, nell’intervista parla anche della mancanza di innovazione della televisione italiana, del fatto che da anni ci sono i soliti programmi e di quanto questo dipenda anche dal pubblico che continua a guardare il Grande Fratello, o programmi come C’è posta per te e sottolinea che:
Quando feci Stasera pago io si sovrapponeva alla prima edizione di C’è posta per te. Noi andavamo molto forte e il secondo anno battemmo la De Filippi: facevamo 8, 9 milioni, lei 6 e mezzo. Poi, quando me ne sono andato io, lei vinceva contro altri programmi totalizzando sempre i suoi 6 milioni e mezzo. Ci sono quei 6 milioni e mezzo che da dieci anni stanno lì in poltrona a guardarla. Bisognerebbe andare da loro e svegliarli, facendo però davvero qualcosa di nuovo. E non è facile. Credo che i programmi si ripeteranno: fino a quando il Grande Fratello non scenderà al 16% di share lo terranno. Quindi in questo senso, alla fine, molto dipende dal pubblico. E dopo che ‘Grande Fratello’ alla prima edizione ha fatto il 28% di share, Canale 5 giustamente ha deciso: ‘Ma perchè se abbiamo questo dobbiamo inventare qualcosa di nuovo? Il secondo problema, a mio avviso, è una sorta di sindrome da vigliaccheria che attanaglia persone come me e altri grandi storici personaggi della televisione. Bisogna riconoscerlo chiaramente, abbiamo avuto successo con un programma e abbiamo paura di farne un altro che potrebbe andare male. So che è sbagliato, perchè ci si dovrebbe mettere sempre in gioco; tuttavia, temo che anche se lo si volesse fare, sarebbe dura
Fiorello ne ha anche per gli autori televisivi che dipendono dai dati auditel e dice:
Gli studenti di comunicazione dovrebbero assistere a una riunione autoriale di un programma tv il giorno dopo la messa in onda; sarebbe davvero istruttivo. Vi viene illustrato un grafico che mostra gli ascolti minuto per minuto. Appena si vede un picco dicono: ‘Cosa c’era lì, cos’era quello?’. Qualcuno risponde: ‘Era tizio che faceva la cacca in mezzo allo studio”; e la considerazione finale: ‘Rifacciamolo la prossima puntata
Lo showman finisce a parlare anche del futuro, e di come Youtube sta cambiando la vita di tutti:
Adesso c’è anche YouTube, che cambia tutto. Io ho trascorso l’altra sera a guardare filmati di Jerry Lewis su internet. Ho trovato di tutto. Ho visto delle gag che non pensavo potessero essere fatte da un essere umano. Provate a digitare Jerry Lewis e vi vedete un comico serio. Oppure Eddie Murphy, in veste di cabarettista, non di attore
Infine il conduttore parla della sua esperienza su Sky, di come il suo porgramma sia stato prima osannato dalla rete per poi venir massacrato a causa degli ascolti e aggiunge:
Mi hanno massacrato. E perché? Perché avevo 300.000 ascolti, cioè, si noti, a tutt’oggi il risultato più alto su Sky dopo le partite. Il mio spettacolo è stato giudicato con il metro della televisione generalista, che è una vigliaccata. Mi è stato detto: ‘Prima faceva 8 milioni di ascolti e ora 300.000’. Ovvio, ora mi trovavo sul canale satellitare, prima sulla Rai. Critiche del genere fanno passare anche la voglia di lavorare: addirittura, avevo deciso di non fare più nulla