Il destino di Dahlia Tv è sempre più drammatico e con esso quello di oltre duecentonovantamila abbonati all’emittente digitale terrestre che trasmette le partite di otto club del campionato di calcio di serie A e tutta il campionato cadetto.
Ieri la Lega Calcio è riuscita ad ottenere che il segnale della tv digitale rimanga accesso fino al 15 febbraio, prorogando il credito, ma se nei prossimi 14 giorni non si troverà fondi (Airplus non vuole aumentare il capitale e Ti Media non vuole investire), l’esperienza di Dahlia in Italia finirà con un fallimento e gli spettatori non potranno fare altro che mettersi in coda per farsi rimborsare i soldi.
Maurizio Beretta, presidente della Lega Calcio, ci spera ancora:
Non si rinuncia al credito ma non ci saranno debiti nei prossimi 15 giorni per consentire ai soci di Dahlia Tv di trovare soluzioni. La Lega ha dato la disponibilità per lavorare in questa. Si sta cercando di trovare una soluzione che non penalizzi la società e gli utenti.
Il presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà ha detto (fonte La Gazzetta dello sport):
Non ci sono problemi antitrust, purché venga garantito il pluralismo. Siamo molto attenti a che non si verifichi che più di 200mila abbonati restino senza poter vedere le partite.
Dato che sembra sempre meno possibile che qualcuno salvi Dahlia, Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc, si sta già muovendo per tutelare i diritti degli spettatori.
Devono essere integralmente rimborsati. Ricordiamo che Dahlia detiene i diritti, in esclusiva per il digitale terrestre, per la trasmissione delle partite di Cagliari, Catania, Cesena, Chievo, Lecce, Parma, Sampdoria e Udinese, ma anche i diritti per la trasmissione degli incontri della Serie B. Il liquidatore di Dahlia Tv deve dare la possibilità a tutti gli abbonati di recedere dal contratto in essere, con annessa restituzione degli importa finora versati. Qualora ciò non avvenisse valuteremo con i nostri legali la possibilità di attivare una class action al fine di ottenere il risarcimento del danno subito. Le persone interessate potranno mettersi in contatto con l’Adoc al sito www.adoc.org.