La Commissione di vigilanza Rai è un organo serio, che lavora e ha ben presente le priorità della televisione pubblica. La Commissione vigilanza Rai è al di sopra delle parti e fa l’interesse dello spettatore.
Per questo motivo, il presidente, Riccardo Villari (espluso dal Pd e facente parte del Gruppo Misto), sollecitato da Maurizio Gasparri, a dimostrazione della scelta bipartisan per la sua candidatura, si è messo all’opera, aprendo un’istruttoria di fondamentale importanza su Fabio Fazio e Che tempo che fa rea di aver invitato prima Walter Veltroni, poi Renato Soru. Gasparri aveva tuonato:
Il Presidente Villari chiarisca a chi risponde Fazio: a Cappon o a Veltroni? Chiedo a Villari, presidente della commissione di Vigilanza, di sapere che regole siano in vigore alla Rai. Mi sembrava infatti d’aver capito che il direttore generale avesse stabilito che i politici non dovessero andare nei programmi di intrattenimento. Ma Fazio, a ” Che tempo fa”, su Rai Tre, invita chi vuole. Prima Veltroni. L’altra sera il presidente della Sardegna, Soru. Fazio, mi chiedo, risponde ai suoi padroni del Pd o a chi? Chiedo perciò a Villari interventi immediati contro gli abusi in atto.
Come dare torto a Maurizio Gasparri, visto che veramente Cappon aveva vietato la presenza dei politici nei programmi di intrattenimento. Prontamente la reazione di Villari, un senatore del PD in esilio, non si fa attendere e, come si legge sulle pagine del Corriere della Sera:
In seguito alle numerose richieste di chiarimento giunte da esponenti politici sulla trasmissione Che Tempo che Fa, chiederà al direttore di RaiTre, Paolo Ruffini, i dati delle presenze televisive della stagione.
Il presidente dei senatori del Pdl ringrazia e scoppia la polemica: la sinistra dice, che è un modo per legittimare il Presidente di Vigilanza Rai, mentre il direttore di Raitre gioca sulla definizione del genere di Che tempo che fa:
Non c’è alcuna norma o disposizione interna che vieti a Che tempo che fa, cioè ad un talk show, di invitare politici. Trovo davvero eccentriche le dichiarazioni di autorevoli esponenti politici di centro destra che chiedono di intervenire su Fazio. Sarebbe del resto davvero inspiegabile (oltre che in contrasto con la nostra Costituzione) che un divieto simile esistesse in un Paese libero se non in maniera eccezionale e per un limitatissimo periodo di tempo durante le campagne elettorali generali.
La polemica in realtà dovrebbe essere un’altra? Che senso ha la Commissione di vigilanza Rai, una commissione che lavora a comando, formata da un presidente, eletto nelle file dell’opposizione, non riconosciuto dal suo stesso partito e da vicepresidenti, che non sanno nemmeno di cosa parlano?
Un esempio? Su Il tempo, c’è un’interessante intervista di Laura Della Pasqua a Giorgio Lainati, PDL, vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai che, tra le altre cose dimostra di conoscere la RAI benissimo, rispondendo così alla domanda della giornalista: Quali Tg Condanni?:
Il Tg3 è una questione irrisolvibile. Il Tg2 e il Tg1 hanno in generale un rispetto per il pluralismo anche se Riotta torna talvolta alle antiche simpatie per la sinistra.
Complimenti signor Lainati: l’Autority il 17 ottobre, in un comunicato stampa aveva invitato tutte le emittenti radiotelevisive pubbliche (non solo Raitre, dunque) e private a dare un maggiore equilibrio dell’informazione, che (come esaminato da Repubblica e da noi riportato) erano spropositatamente a favore del Governo e del Premier.
Evviva la Commissione di vigilanza Rai!