Secondo il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia nel primo bimestre del 2011 le entrate per l’imposta sui canoni radio e tv sono crollate rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente del 37,5% (-562 milioni) portando alle casse soltanto 938 milioni di euro.
La Rai in un comunicato ha subito smentito la fuga degli abbonati:
I dati riportati dal Bollettino del Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia sono errati. La raccolta del canone nei due mesi gennaio-febbraio 2011 ha avuto un incremento di oltre 15 milioni di euro rispetto al medesimo periodo dello stesso anno.
Il direttore generale della Rai Mauro Masi parla di “apparenti diversità” e di “banali problematiche”:
Nessun contrasto tra i dati Rai e quelli provenienti da altre fonti istituzionali inerenti alla raccolta del canone nel primo bimestre 2011. Le apparenti diversità promanano esclusivamente da banali problematiche di natura contabile. Problematiche peraltro prontamente definite nell’ambito della tradizionale e massima collaborazione tra i competenti uffici tecnici del Ministero dell’Economia e quelli della Rai . I dati di cui è in possesso Rai per i proventi da canone per il periodo considerato indicano un incremento di 15 milioni di euro rispetto al corrispondente bimestre del 2010.