Il Canone Rai aumenterà nel 2011: la tassa sul possesso del televisore passerà dai 109 euro del 2010 ai 110.5 euro del 2011. La decisione di aumentare di 1,50 euro il canone è stata presa dal ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani ed è in linea con l’inflazione programmata.
Il maggior esborso dovrebbe portare nelle casse di Viale Mazzini tra i 24 e 30 milioni in più, molto meno dei 300 milioni che la Rai ha chiesto al ministero per coprire i costi di servizio pubblico per il prossimo anno.
I soggetti che hanno età pari o superiore ai 75 anni di età (entro il 31 gennaio 2011), che non convivono con soggetti diversi dal coniuge titolare di reddito proprio e che non hanno un reddito superiore a 516,46 euro per tredici mensilità (6.713,98 euro annui) possono fare domanda di esenzione entro il 30 aprile 2011.
Il CODACONS non ha apprezzato la decisione del governo e in una nota scrive:
Nel silenzio generale il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani ha incartato ieri il regalino di Natale che il Governo Berlusconi ha pensato bene di fare agli italiani: un decreto con il quale si aumenta il canone Rai a 110,50 euro, un aumento di 1,50 rispetto al 2009. La scusa è quella di adeguare il canone all’inflazione. Peccato che il Governo non abbia deciso di adeguare all’inflazione anche le retribuzioni dei dipendenti pubblici o la miseria di 40 euro che viene data ai poveri con la social card. Inoltre, Berlusconi non aveva detto che non avrebbe aumentato le imposte? Si tratta di un aumento intollerabile specie in considerazione del fatto che le famiglie italiane proprio quest’anno, per adeguarsi al digitale terrestre, hanno già subito una stangata media pari a 110 euro, cifra che non prende in considerazione gli eventuali lavori aggiuntivi necessari per adeguare l’antenna. Inoltre nessun miglioramento si è visto all’orizzonte sul fronte della qualità dell’offerta. Certo sono aumentati i canali, ma si tratta di reti dove si vedono esclusivamente repliche su repliche, dal Commissario Rocca a Un medico in famiglia. Tutto questo senza contare il fatto che in molte zone d’Italia la Rai, quella vecchia (Rai 1, Rai 2, Rai 3), grazie al passaggio al digitale, non si vede nemmeno più o si vede con interruzioni costanti che rendono invedibile il programma.