Due pesi, due misure: Michele Santoro nell’attesa anteprima del suo programma, carica di pathos per la “sospensione” forzata di dieci giorni, mette i puntini sulle “i” tra lui e il diretto interessato il dg Mauro Masi, annunciando il ricorso all’arbitrato interno. Non si capisce come in Rai ci sia gente che rimane impunita, mentre è bastato un semplice “vaffanbicchiere” a scatenare un polverone, l’impressione è che la battuta mal digerita dai vertici di viale Mazzini della puntata d’esordio sia stata solo un pretesto per mettere i bastoni tra le ruote del programma, la cui ultima edizione già iniziata male, tra ritardi e contratti mai firmati, nonostante tutto continua ad appassionare le masse.
Quello stesso pubblico che Santoro chiama a se con un proclama in cui chiede che venga espressa la volontà di non far chiudere Annozero: “Voi avete diritto a non avere i vostri cervelli ridotti ad un’unica marmellata televisiva”. Sapremo presto quali saranno le modalità grazie alle quali la gente potrà dire la sua su Annozero, certo è che il black out di 10 giorni, come sottolinea lo stesso giornalista sembra confezionato apposta per “sabotare” le due prossime puntate, a questo punto sarà l’insindacabile giudizio popolare a sancire o meno la sorte del programma.
Nell’arena di Raidue si incrociano i commenti di politici e giornalisti, ne scaturisce uno spaccato della nostra povera Italia poco lusinghiero, buonismo a piene mani da tutti gli ospiti, Pierluigi Bersani segretario Pd, Gianni Riotta direttore de Il Sole 24 ore, Guglielmo Epifani segretario della Cgil, commenti critici sulla decisione di Masi anche da chi potrebbe essere a favore come il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni o il giornalista de Il Giornale Stefano Zurlo, il destino invece riserva solo spiacevoli sorprese, tante parole cadono nel vuoto.
La puntata è un intreccio tra la questione che ha visto protagonista la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia sottoposta ad un presunto ricatto da parte de Il Giornale, solo perché rea di aver criticato il governo e la ben più spinosa questione occupazionale, con gli operai dell’Omsa indegnamente “scaricati” per dare il via a un ben più lucroso, per i titolari, progetto all’estero. Un quadro della situazione talmente sconfortante che viene da chiedersi se ci sia ancora bisogno di toccare il fondo prima di cominciare a scavare.
Perché? L’interrogativo incombe minaccioso su tutta la puntata senza che si possano dare reali risposte. Perché tanto livore verso Annozero? Perché la crisi sembra non avere limiti? Perché sembrano saltati gli schemi anche tra il movimento sindacale, vittima di attentati? Perché il Pd non fa nulla contro il conflitto d’interessi? Tante, troppe parole, peccato che invece ci sia, al negativo, anche chi si industria per cambiare tutto senza cambiare niente, in una logica gattopardesca degna del miglior artista della politica. L’Italia della crisi si riflette nelle parole dell’imprenditrice di Prato ormai “alla camera a gas”, mai forse il futuro è apparso cosi cupo. Ci si affida ai versi di una canzone di Giorgio Gaber “La Libertà”: ha ancora significato questa parola nell’Italia di oggi?, Se tra una settimana torneremo a commentare ancora Annozero, probabilmente si.