L’Agcom ha ammonito Rai e Mediaset a causa del forte squilibrio dell’informazione a favore della maggioranza e del governo: la commissione Servizi e Prodotti dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dopo aver analizzato il pluralismo per il periodo luglio – agosto – settembre 2010, ha diffidato il Tg1 e ha richiamato il Tg4 e Studio Aperto, che non sono stati equi nel minutaggio. Per questo l’autorità avverte:
Qualora tale squilibrio perdurasse verranno adottati ulteriori provvedimenti.
Augusto Minzolini, direttore del Tg1 ha replicato (fonte Libero):
E’ una decisione che mi lascia perplesso e poi non può certo essere l’Agcom a dire quale deve essere la presenza dei partiti all’interno del telegiornale. I dati dell’Osservatorio di Pavia che abbiamo a disposizione vedono a settembre l’istituzionale al 13,7%, il governo al 36,5%, la maggioranza al 21,5% e l’opposizione al 25,6%.Come si vede i dati sono sostanzialmente in linea con la divisione 30 al governo, 30 alla maggioranza, 30 all’opposizione. Questa discordanza di dati con quelli dell’Agcom è già una stranezza. E bisogna considerare che Fli è conteggiato nella maggioranza. In secondo luogo nell’ultimo periodo le vicende politiche hanno riguardato prevalentemente la maggioranza e il governo ed il criterio di notiziabilità va comunque considerato.
Giovanni Toti, direttore di Studio Aperto, commenta:
Sarebbe opportuno tenere sempre presente, oltre al mero dato numerico, anche le priorità giornalistiche imposte dalla cronaca politica.
Emilio Fede, direttore del Tg4, non ci sta e risponde (fonte Adnkronos):
Se i membri dell’Agcom, che nemmeno conosco, dovessero decidere che possono sostituirsi ai professionisti dell’informazione e svolgere le funzioni di direttore editoriale, allora mi dimetto e vado a fare il netturbino … anche se più che il richiamo dell’Agcom sento il richiamo della foresta, risponderò che ho sempre agito nel rispetto delle regole dell’equilibrio e soprattutto dell’onesta professionale. La norma della quale sono più rispettoso è quella della deontologia. Dopo 50 anni di giornalismo ai miei livelli non c’è agenzia che mi possa venire a dire come devo fare il mio mestiere, Rispondo alla mia coscienza non a quella di Agocm, che è un parlamentino politico dove prevalgono anche scelte ideologiche. Nel mio tg prevalgono le scelte professionali, giornalistiche. Io so come si fa il giornalismo, loro no.