Ieri il consiglio di Stato ha respinto l’ennesima richiesta di Rai ed Endemol di rendere nulla la sentenza che aveva stabilito l’illegalità di Affari tuoi edizione 2005 e aveva richiesto nuove regole di selezione dei concorrenti più trasparenti.
A dare la notizia è stato il presidente del Codacons Carlo Rienzi che commenta il ricorso e annuncia una diffida al Dg Mauro Masi, al presidente Garimberti e ai componenti del CdA Rai.
Il bizzarro ricorso della Rai tendeva addirittura a sospendere una sentenza definitiva del Giudice di appello, sulla base di un pretestuoso ricorso presentato dalla stessa Rai in Cassazione. Insomma siamo al decimo tentativo di proseguire impunemente una trasmissione che continua ad “abbindolare” gli spettatori e su cui sono al vaglio denunce penali che ipotizzano addirittura che i concorrenti conoscano prima di iniziare il gioco il contenuto dei pacchi. In un paese civile da tempo la Rai, servizio pubblico, avrebbe interrotto la programmazione tanto più che ogni anno regala milioni di euro degli utenti ai cosiddetti concorrenti del gioco.
Non si placano dunque le polemiche nei confronti di una trasmissione che continua a piacere al pubblico (ieri ha battuto I Cesaroni), ma che continua a mancare di trasparenza, anche dopo le recenti dichiarazioni di Massimiliano Dona (l’avvocato presente alle registrazioni del programma) che qualche giorno fa aveva raccontato a Striscia la notizia alcune anomalie nel programma nell’edizione in corso, nel periodo compreso tra settembre e gennaio:
Prima dell’inizio delle registrazioni, i pacchi vengono abbinati ai premi e vengono sigillati. Successivamente vengono portati in studio e dovrebbero essere sistemati in ordine numerico,dal pacco 1 al pacco 20 , in 5 colonne di 4 pacchi ciascuno. Abbiamo osservato invece che i pacchi vengono disposti in ordine casuale e abbiamo riscontrato che c’è sempre una colonna che ( casualmente ) contiene i pacchi piu’ alti . I concorrenti presenti in studio , capito il meccanismo, memorizzano i numeri dei pacchi della colonna.