Dopo 15 anni di militanza in Rai, il cuoco Gianfranco Vissani è approdato a La 7. Nella rete Telecom, Vissani conduce la nuova trasmissione Ti ci porto io, programma on the road che toccherà le 20 regioni italiane, alla scoperta della sue prelibatezze (la puntata in onda domenica sarà dedicata alla Puglia, con ospite Attilio Romita). Nel viaggio attraverso il BelPaese – trasmesso ogni domenica alle 11.30-, Vissani è accompagnato da Michela Rocco di Torrepadula. L’abbiamo intervistato.
E’ iniziato da due settimane Ti ci porto io. E’ soddisfatto del prodotto finale andato in onda?
Mancano un po’ di contenuti e le puntate sono un po’ troppo lunghe, per questo a tratti siamo ripetitivi. Ma cerceremo di correggerci in corso d’opera visto che saranno 20 puntate.
Come lo vorrebbe?
Deve essere un programma leggero e vivace, ma sempre con qualcosa di accattivante da raccontare.
Qual è il punto di forza del programma rispetto agli altri simili?
Non penso ci siano programmi simili al nostro.
Sia LineaVerde che MelaVerde raccontano, come voi, il Belpaese.
D’accordo. Bisogna anche dire che MelaVerde realizza le esterne solo nel nord Italia. LineaVerde, invece, va in onda da 40 anni e non vogliamo copiare o metterci in paragone con quel programma. La nostra differenza, rispetto ai programmi che hai citato, è il senso di leggerezza: parliamo del territorio in modo più scherzoso e meno serio.
Dopo tanti anni ha “tradito” – televisivamente parlando – la Rai per approdare a La 7.
Sia chiaro che, dopo 20 anni di Rai, non voglio mettermi in concorrenza con loro. La Rai rimane sempre la “signora” Rai, sono orgoglioso di essere stato in Rai e non è detto che un domani non possa tornarci. Ho un bellissimo ricordo della Rai e vorrei che rimanesse tale. Adesso sono approdato a La 7 dove abbiamo un piccolo, ma importante, pubblico.
Intanto condivide la conduzione del programma con Michela Rocco. Come si sta trovando con lei?
E’ una brava ragazza che conoscevo prima che lei si sposasse. E’ una persona molto seria e concisa.
Lei è stato uno dei primi cuochi a portare la cucina in tv in Italia. Adesso, però, la tv ha una sovrabbondanza di programmi culinari. Cosa pensa di questa invasione?
Il problema è il sapere. Se qualcuno sa distrubuire bene il sapere, significa che è bravo. Altrimenti no. Nel 1950 il calcio si è allargato a macchia d’olio grazie a Sandro Ciotti. Nessun giornalista sapeva di calcio, ma tutti ne scrivevano. E oggi la gastronomia è diventata tale e quale.
Quali sono i conduttori e i programmi che sanno distrubuire meglio il sapere in cucina?
Questo lo deve dire il cliente e, quindi, il telespettatore.
Secondo lei?
Non faccio nomi. Lei mi vuole troppo male (ride, ndr).
Io le voglio ancora male. Cosa pensa dei personaggi tv, penso ad Antonella Clerici o a Benedetta Parodi, che pur non essendo cuochi professionisti conducono programmi di cucina?
La Clerici è una conduttrice. Può condurre qualsiasi cosa. Lei è perfetta per La prova del cuoco. Ma, alla fine, è il programma che fa la differenza e non il conduttore.
Perché la cucina in tv funziona così tanto?
Noi non abbiamo mai tutelato i nostri territori che sono il futuro e l’anima del nostro futuro. E’ un riscatto del territorio italiano, che gli italiani sentono il desiderio di conoscere meglio.
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