Abbiamo intervistato Daniele Bossari, inviato/conduttore della nuova stagione di Mistero, in onda da domenica 4 settembre per 8 settimane su Italia 1.
Ciao Daniele. Undicesima stagione di Mistero. Con quale spirito vivi la riconferma?
Sono entusiasta perché mi piace. Mistero è la trasmissione che preferisco fare… mi affascina tanto questo filone legato all’ignoto, al misticismo, al sovrannaturale, ai fenomeni paranormali. Ho a mia completa disposizione un programma che mi permette di investigare ed esplorare questa parte di realtà che non conosciamo. Puoi, quindi, immaginare quanto mi possa gratificare questo tipo di lavoro. Poi, mi sono reso conto di essere diventato praticamente il più anziano del gruppo (ridiamo, ndr).
Quest’anno, Jane Alexander è entrata a far parte del cast di inviati. Come è stata accolta dal gruppo di lavoro?
Molto bene anche perché conoscevo Jane già personalmente e mi è sempre piaciuta per il suo fascino, il suo carattere e la credibilità che ha. Abbiamo registrato solo la prima puntata, che andrà in onda domenica 4 settembre, e ci siamo subito accorti che è una persona molto easy. Quando si accende la telecamera, emana un fascino che ammalia, notturna con una pelle molto bianca, perfetta per il nostro programma.
Tra le new entry del programma figura anche la criminologa Roberta Bruzzone. Non credi che questo nuovo corso “strategico” vicino al genere crime possa cavalcare l’onda acchiappa-ascolti di programmi come Chi l’ha visto e Quarto Grado?
Può essere che si strizzi l’occhio a qualcosa che può funzionare. Mistero è un programma molto lungo, che inizia all 9 e termina molto tardi, che va riempito di contenuti interessanti. Per me, è meglio sfruttare un prodotto interamente italiano ed una criminologa professionista, competente, famosa, affermata, bravissima (che ti può anche intrigare coi suoi racconti) piuttosto che comprare un format a scatola chiusa dall’estero e mandare in onda un servizietto che non ci appartiene. Lo spazio della Bruzzone è perfettamente in linea con il linguaggio di Mistero tanto da rendere il programma più completo e ricco in ogni puntata.
Sei una delle colonne portanti di Mistero. Come è cambiato, secondo te, l’interesse del pubblico verso il mondo dell’ignoto?
C’è sempre stato il fatto di intavolare, durante una conversazione o una cena, un argomento che riguardi l’ignolo… dagli Ufo ai fantasmi… immediatamente la gente viene catturata da queste tematiche e ne comincia a parlare… si innesca una miccia che, poi, apre dei dibattiti molto interessanti. E’ un esperimento che consiglio a tutti anche perché basta solamente accennare per accendere la discussione. C’è chi mostra tutto il proprio scetticismo, in maniera animata, perché non ci crede… altri difendono, invece, posizioni opposte con tanto di dimostrazioni. Per cui, la possibilità di parlarne in televisione amplifica il tutto perché fornisce dei documenti reali e riflessioni da proporre alla gente che, poi, per conto proprio, approfondisce in privato magari guardando filmati sul web o fonti di vario genere. Noi cerchiamo di produrre chiavi di letture con le nostre indagini e completare tutto. In realtà, ognuno dovrebbe ristudiare tutto quello che abbiamo cercato con un diverso occhio critico. E’ anche un ottimo modo per fare cultura.
Cosa deve aspettarsi il pubblico da questa nuova stagione?
In realtà, le persone che guardano Mistero sanno già cosa li attenderà. I macroargomenti sono sempre gli stessi ma le storie sono tutte nuove. Quando inizia una nuova stagione, anche se non sembra che abbia un filo di continuità episodica, man mano, ti rendi conto che non ne puoi far più a meno… se ti piace, continui a vederla. La novità più rilevante è legata all’aspetto qualitativo del programma. Mi rendo conto, da veterano, che lo standard qualitativo sta aumentando notevolmente… dalla ricerca delle immagini al modo di trattare le storie passando per il montaggio (merito a chi ci lavora, al regista e tutto lo staff). Prendere nomi importanti del calibro di Pinketts, Jane Alexander, Roberta Bruzzone non fanno altro che migliorare lo spessore qualitativo di Mistero. Se continuerà a piacere, col tempo, si appassionerà sempre di più… a chi non piace, invece, forse, continuerà a non piacere.
Hai curato anche gli speciali di Mistero Web sul portale VideoMediaset. Quali potenzialità tipiche della rete hai avuto modo di sperimentare maggiormente rispetto al mezzo televisivo?
Sul web, indubbiamente, c’è molta più libertà rispetto alla televisione. E’ un approccio completamente diverso. Comodamente da casa, organizzi il tuo palinsesto decidendo cosa guardare ed in quale momento della giornata. Mi aspettavo, però, una maggiore attenzione. Gli enormi ostacoli che abbiamo dovuto affrontare, legati soprattutto a motivi di scarso budget, non mi hanno permesso di fare le cose come volevo. Così, siamo rimasti chiusi in un contenitore senza poter interagire con gli altri social network. Il risultato ottenuto, per me, è ridotto rispetto alle potenzialità del web. Bisognerebbe creare un unico prodotto che sfrutti al meglio i diversi media… sarebbe innovativo sfruttare una trasmissione televisiva, magari arricchendola con contenuti web in tempo reale, con una community spontanea che si muove per seguire il fenomeno sui principali sociali network come Facebook e Twitter. Tutto deve essere controllato ed organizzato bene. Da noi, purtroppo, non c’è ancora questa cultura. Il nostro Paese deve rendersi conto che il resto del mondo sta evolvendosi velocemente. Darei sicuramente più spazio ai giovani che sanno utilizzare questi nuovi strumenti in maniera superba… prendendoli sotto un’ala protettiva, farli crescere. Purtroppo, siamo di fronte ad una politica dirigenziale gerarchica e ancora troppo antica. Mi auguro che certi esperimenti come Mistero Web vengano ripetuti in maniera più massiccia.
Hai partecipato come inviato a quasi tutte le stagioni di Mistero. Mai sperato ad una tua conduzione pura del programma?
Lo spero. Credo di poter gestire tranquillamente un programma del genere perché mi appartiene, nelle mie corde, è quello che faccio nel tempo libero… i miei approfondimenti, gli studi e tutte le ricerche riguardano i misteri e la tecnologia che, spesso, si fondono insieme quando ci proiettiamo verso il futuro. Probabilmente, adesso, dopo i due anni di Raz Degan, si vuole sperimentare un nuovo modo di concepire il format in cui noi tre siamo sia i conduttori sia gli inviati del programma. Saremo proprio un gruppo a tutti gli effetti. Non c’è più l’idea di una singola persona, presente in studio, che lancia dei servizi ma un vero e proprio team di investigatori dell’occulto. Il concetto è profondamente diverso. Ognuno di noi avrà modo, singolarmente, di presentare i propri argomenti ed insieme discuterne, a volte, anche con l’aiuto di alcuni esperti. Già dalla prima puntata, abbiamo instaurato una bella sinergia, un’armonia, un equilibrio, stiamo molto molto bene assieme. Quando si respira un clima del genere in studio, è già un ottimo punto di partenza per la sopravvivenza di un programma.
Sogni il salto di qualità in ambito professionale? Magari una prima serata su una rete ammiraglia…
Mi auguro una crescita costante e accumulare un numero significativo di esperienze in modo da guardare al passato e capire che di passi in avanti ne ho fatti. Mi piacciono tante cose. Sono incuriosito da tanti aspetti della mia vita. Non escludo nulla… come ti ho detto mi piace investigare, ma anche il web. Seguire un programma davanti e dietro le telecamere è un modo giusto per intraprendere una carriera che non ti porti necessariamente alla prima serata canonica. Il mondo della televisione si sta evolvendo così come il web che, sempre più spesso, si stanno contaminando. Per rispondere alla tua domanda, ti dico che non ambisco alla prima serata su Raiuno o Canale 5 ma preferisco concentrarmi su questi piccoli progetti che possono portare ad una mia evoluzione professionale.
Oltre Mistero, ci sono nuovi progetti lavorativi per la stagione tv 2011/12?
Nell’ottica di un budget notevolmente ridotto, Parole Crociate, in onda anche su Rete4, è andato molto bene. Mi sono divertito tanto. Se me lo dovessero riproporre direi subito di sì. E’ come giocare ad un videogames con i tuoi amici e giochi a fare il conduttore con la sola differenza che io lo faccio davvero davanti ad pubblico che mi guarda attraverso le telecamere. Ad oggi, non ho ricevuto ancora alcun messaggio da nessuno. Magari è l’occasione giusta, visto che siamo al primo settembre (l’intervista è stata registrata ieri pomeriggio, ndr), per farsi sentire e capirne un po’ di più.