Dal 17 gennaio torna una delle trasmissioni più interessanti della televisione italiana: Le invasioni barbariche. Il format sarà anche un po’ statico (cinque interviste di fila possono risultare poco digeribili per il telespettatore) ma Daria Bignardi possiede la grande capacità di estrapolare qualcosa di interessante da tutti (o quasi) i suoi ospiti.
Intervistata dal Corriere, Daria esprime parecchio interesse e dedizione nei confronti del suo programma. Per mandarlo ancora in onda, ha anche rifiutato un’importante proposta in Rai:
Ci ho pensato molto, ma ho rifiutato una grossa proposta. Era una bella rete – non dico quale – con un bel progetto, lungo e interessante, per fare sia una striscia quotidiana sia una prima serata. Ma sono affezionata alle Invasioni e ho detto no perché avrei potuto portare solo una o due delle persone che lavorano da sempre con me.
Probabilmente la scelta di Daria sarà stata influenzata anche dalla precedente esperienza in Rai, con L’Era Glaciale, quando la sua trasmissione fu censurata a causa di una battuta di Morgan sul Governo Berlusconi. All’epoca la Bignardi scappò letteralmente dalla Rai, tornando tra le braccia della sua amata La7. In quell’esperienza, aveva anche intervistato Renato Brunetta, dando vita ad un litigio entrato nella storia della televisione. A sorpresa – però – sono altre le interviste che Daria non ricorda con piacere:
Di solito sono in difficoltà con quelli con cui mi annoio. Le interviste peggiori sono quelle da cui non esce niente. Quando capita, sorrido molto.
Infine, la Bignardi ammette candidamente di guardare poca televisione:
Non guardo la tv. So che suona malissimo e faccio la figura della snob e dell’antipatica, ma accendo il televisore solo in agosto, in montagna: tra l’altro si vedono solo quattro canali. Il resto dell’anno non mi viene. L’unico programma che guardo è X Factor , un appuntamento fisso, quasi un rito, con mia figlia: Mika è il personaggio della stagione, è supermediatico (infatti Mika sarà uno degli ospiti della prima puntata, ndr). E il sabato pomeriggio do un’occhiata a Tv Talk.
Obiettivamente – per una persona che fa il suo lavoro – sembra molto poco professionale la scelta di non guardare la tv. Si salva il calcio d’angolo, giusto per il buon gusto e l’ottima selezione dei programmi da guardare.