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Intervista a Metis di Meo, con bon ton risponde alle critiche


 Metis di Meo
è una giovane, brillante conduttrice televisiva. Ma è soprattutto una ragazza gentile e appassionata del suo lavoro. Noi di cinetivu l’abbiamo intervistata per parlare con lei del suo ultimo programma: “Lezioni di Bon Ton” su Rai 5. Tra il successo di pubblico e qualche critica, Metis di Meo risponde anche alle polemiche con… bon ton!

Un programma sul bon ton. Come nasce l’idea? È una forma di resistenza alla televisione trash? Sembrerebbe un piccolo atto rivoluzionario di questi tempi!

Tutto nasce dal desiderio di creare un corso divertente, attuale ed originale di buone maniere perché continuavo a notare in ogni occasione come spesso le difficoltà dipendono più dal modo di porsi che dai reali problemi con cui ci si deve confrontare.
Quando abbiamo girato la prima puntata diciamo che è stato un atto di coraggio in tempi non sospetti, ma dalla mia avevo già sperimentato che la buona educazione serve i ogni momento e coinvolge tutti e se trovi il modo giusto di raccontarla suscita davvero molto interesse.
Nel programma non vogliamo dare delle vere e proprie regole, ma dei consigli essenziali per capire il linguaggio corporeo, saper gestire le proprie emozioni, conoscere i codici di comportamento adatti in ogni occasione.

Così ho iniziato a scrivere, a prendere tutti i testi adatti dal Galateo di Monsignor della Casa ad oggi, a cercare degli esperti per ogni settore, a consultarli. L’idea è piaciuta molto al direttore di Rai 5, Massimo Ferrario, che ringrazio molto. Nel giro di pochissimo tempo abbiamo realizzato il programma con un team giovane e dinamico

Autrice e conduttrice del tuo programma. La tv ti piace di più davanti o dietro lo schermo? I due lavori sono poi così diversi o hanno dei punti in comune secondo te? Quanto si può essere autori di se stessi?

Autori di se stessi?Assolutamente si può, lo fanno in molti, pensa ad Oprah o a Simon Coweel, ma anche in Italia a Carlo Conti, Antonella Clerici, Maria De Filippi. C’è chi nasce come interprete e basta e chi come ideatore ma può avere le capacità di essere anche l’interprete si se stesso. Ho capito da un paio d’anni che l’interpretazione, la recitazione, proprio per questa dipendenza emotiva e mentale, non era fatta per me. Sono una creativa, ho sempre scritto e da quando ho imparato il mestiere ho iniziato a scrivere di televisione. Mi piace far nascere prodotti televisivi e non esiste maggiore soddisfazione artistica del poterli scrivere ed allo stesso tempo condurli davanti le telecamere.

I due lavori sono il continuo l’uno dell’altro, ma sono essenzialmente due lavori molto diversi, complementari ma differenti. Lavorare sull’immagine e sui contenuti sono percorsi quasi agli antipodi per certi aspetti, l’intento è sempre quello di creare una reazione nel pubblico, ma i percorsi sono differenti.

La tv mi piace molto davanti, ma piace molto anche dietro le camere. Scrivo molto negli ultimi anni, format anche non destinati a me che hanno preso vita su altre reti. Mi hanno proposto ultimamente di dedicarmi solo alla scrittura, ma spero di riuscire ada vere ancora entrambi i ruoli per un bel po’…

Al di là dei dati auditel, quello che conta per un programma tv è
l’indice di gradimento. Oggi forse questo si può misurare sul web, sui ,social network specialmente. Hai seguito il pubblico del tuo programma attraverso il web?

Certo, lo seguo con grande entusiasmo!
Molti colleghi ed amici che hanno avuto occasione di vedere il programma si sono appassionati all’argomento, che apparentemente sembra lontano dalla vita di tutti i giorni invece dopo poco ti accorgi che coinvolge tutti, nessuno escluso, in miriadi di situazioni che capitano ogni giorno.

Colpiti dall’originalità dell’iniziativa apprezzano molto il linguaggio diverso, diretto,l’ironia e la pulizia del format, l’immagine patinata, i consigli utili e brevi.
Direi che il programma ha creato buone reazioni, su stampa, quotidiani, settimanali, riviste di settore, blog, e siti web vari. Ancora adesso continuano ad arrivare email, richieste di interviste, commenti, rubriche fisse, critiche o complimenti in primis sui vari social. Ho avuto anche modo di fare delle “Lezioni di Bon Ton” live, anche nelle scuole. Le reazioni sono di stupore e grande curiosità.
Quando qualcuno me ne parla è sempre ricordando qualche aneddoto o dicendomi di aver informato amici e parenti su regole del galateo ed accortezze di bon ton che prima non conosceva, scombussolando in maniera divertente le abitudini sociali e famigliari magari. Qualche esempio?niente Buon appetito, niente Cin Cin e niente Piacere. Ad ognuno il suo perché e la sua divertente storia, se non lo conoscete per svelarla bisogna assaporare qualcuna delle nostre Lezioni di Bon Ton…☺

Che Metis sia appassionata del suo lavoro lo abbiamo premesso. È per questo che la nostra intervista si è trasformata in una lunga chiacchierata che pubblichiamo in due puntate. Tornate domani su cinetivu per leggere il resto dell’intervista a Metis Di Meo. Perché – se pure non si può piacere a tutti – ci sono critiche a cui è necessario rispondere… con savoir faiRE!

foto getty image

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