Giorgio Marchesi, il Marco Levi della settima stagione di Un medico in famiglia, ha concesso a Cinetivù un’intervista in cui parla della fiction di Raiuno e del suo ruolo interpretato nella fiction I liceali 3 (in partenza, salvo sorprese, mercoledì prossimo su Canale 5).
Per prima cosa raccontaci di Michele, il tuo personaggio ne I liceali 3…
Sono il marito di Christiane Filangieri, cioè la prof.ssa Francesca Strada nella fiction. E’ un personaggio egocentrico totalmente; è un creativo in crisi di creatività, che non lavora da tempo. E’ a casa, è frustrato, è insoddisfatto e quindi se la prende con l’unica persona che vive con lui, cioè con sua moglie. E’ assolutamente bipolare per cui alterna momenti di depressione ad altri di assoluta esaltazione. E’ stato molto divertente per me interpretarlo, non so se il pubblico gli vorrà così bene perchè risulta abbastanza antipatico. Io l’ho amato molto perché ci ho letto una grande sofferenza interiore. La cosa un po’ più difficile era trovare un equilibrio tra la parte di commedia e quella più drammatica: nasceva in scrittura in maniera più drammatica, ma poi con il regista Francesco Miccichè abbiamo detto che deve rimanere una commedia, pertanto quando il personaggio si arrabbia, nel momento in cui può essere quasi violento deve risultare alla fine divertente: ad esempio tutte le volte che dà pugni ai vari oggetti si fa male alla mano (nella prima puntata avverrà proprio questo, Ndr); sono piccole cose per non caricare troppo la parte drammatica, perché essa non sarebbe stata non in linea con la commedia.
S’è molto discusso di quanto sia verosimigliante e realistico quello che viene raccontato dei liceali. Tu cosa ne pensi, in questo caso specifico e nella fiction italiana in genere?
Credo che ci sia veramente questa verosimiglianza. Io ho una memoria pessima, ma riguardando loro ho ritrovato delle dinamiche tipicamente adolescenziali, cioè quelle degli amori, del bullismo. Forse rispetto alla mia epoca oggi c’è più il problema dell’integrazione di studenti stranieri, che qui è affrontato in maniera molto intelligente, non banale nè buonista dove il ragazzo di colore è descritto in maniera positiva; ed invece qui ha, come tutte le persone, dei pregi e dei difetti. Mi sembra un modo più maturo per affrontare l’argomento. Ho rivisto delle cose che mi sembrano eterne nelle dinamiche umane tra i ragazzi adolescenti.
Per quanto riguarda l’altra fiction in cui compari nelle vesti del giornalista d’inchiesta Marco Levi, Un medico in famiglia 7, puoi fornirci qualche anticipazione?
Ormai siamo verso il finale…
E’ prevista la tua presenza anche per l’ipotetica ottava stagione della fiction di Raiuno?
Dipenderà da molte cose. Credo che un’altra serie ci sarà e credo di farne parte, se si farà.
Sei soddisfatto della collocazione della fiction, alternata tra la domenica e il giovedì, oppure hai qualche riserva?
Secondo me i cambiamenti di collocazione non aiutano in generale: dopo che erano andate in onda solo due puntate di Un medico in famiglia la domenica, ci siamo spostati in corsa al giovedì contro dei prodotti che erano già da tempo fissati, con un pubblico affezionato, sia su Raidue, dove Santoro è monolitico, nel senso che ha un pubblico molto affezionato, sia su Canale 5 dove Lo show dei record c’era già da tempo, e quindi anche lì s’era fidelizzato il pubblico. E’ stata secondo me una scommessa un po’ troppo azzardata. Delle volte si pensa che il pubblico sia molto più mobile rispetto invece al rispetto che andrebbe portato nei loro confronti. La collocazione della domenica ci ha sempre premiati, anche il lunedì di Pasquetta è andata molto bene; forse perché – io credo – ci siano degli appuntamenti famigliari; cioè, Un medico in famiglia è tipicamente un prodotto famigliare e quindi la famiglia lo vede tutta insieme. Anche le serie precedenti erano spesso di domenica: e’ un appuntamento che il pubblico ha con i personaggi, con un prodotto, con una serata. Spostarlo non ha giovato molto. Infatti siamo tutti un po’ dispiaciuti di questo. Poi so che la gente lo vedo molto in streaming, vede le repliche, quindi ha un seguito che va oltre l’audience. Però, visto che i ragionamenti si fanno sull’audience, il prodotto magari ne viene penalizzato.
Sul tuo futuro professionale cosa puoi dirci?
In Notte prima degli esami ho un piccolo ruolo interessante perché sono il padre di Giulia Lippi, la protagonista femminile.il pilota di aerei. Faccio un papà diverso, che tenta di ricucire il rapporto con la figlia dopo averla avuta da giovanissimo e aver continuato a fare il suo lavoro. Poi ho altri progetti, ma non ho ancora firmato, quindi non dico niente.