Ha debuttato pochi giorni fa in seconda serata su Rai 1, Frontiere, il nuovo programma di Franco Di Mare in cui il giornalista racconta l’Europa e quel che resta del sogno di un continente senza confini.
Nel corso delle sei puntate previste il giornalista toccherà diversi luoghi, dalla Sicilia a Londra dall’Olanda a Molenbeek affrontando anche temi come l’Islam e l’integrazione.
Frontiere è un programma che cerca di andare a vedere le frontiere che ancora esistono in Europa, che non dovrebbe averne più. Cerchiamo di capire dove sono ancora in piedi le frontiere, dove stanno nascendo di nuovo e perché non riusciamo ad abbatterle. Non solo le frontiere geografiche, ma anche quelle immateriali che attraversano gli animi degli uomini. Che cosa ci divide dagli altri? Perché non riusciamo ad attivare i processi di integrazione indispensabili e necessari? Non è possibile immaginare una Nazione fatta da soli italiani, soli francesi o soli tedeschi. Andiamo verso un futuro multiculturale e multirazziale, una società dove le persone vivono insieme anche se non hanno lo stesso colore di pelle, lo stesso credo religioso e la stessa provenienza.
Ha spiegato Di Mare intervistato da Blogo parlando anche di esempi positivi di integrazione come quelli della Germania e ammettendo che è stato il Belgio il luogo in cui hanno riscontrato maggiore difficoltà a livello informativo.
A Molenbeek. Il Belgio si è coltivato il radicalismo islamico nel suo interno. Dal Belgio sono partiti tutti i terroristi che hanno compiuto il massacro del Bataclan a Parigi e quello all’aeroporto di Bruxelles. Erano cittadini belgi, non dell’Isis, non venivano dalla Siria, erano nati in Belgio. Siamo andati nel quartiere dove è nato il radicalismo islamico e lì abbiamo avuto qualche difficoltà, siamo stati quasi aggrediti. È stato complicato girare. Però in quello stesso quartiere in cui erano basati gli attentatori del Bataclan ci sono anche esempi di integrazione. Una sera abbiamo registrato la fine del periodo di digiuno del ramadan: musulmani non radicali e cattolici hanno festeggiato mangiando insieme all’interno della cattedrale del quartiere. E abbiamo sentito le preghiere Allāh Akbar dentro quella cattedrale.
Riconfermato a Unomattina, non manca nemmeno la presa di posizione nella scelta di Semprini, giornalista esterno per la conduzione del talk che su Rai 3 andrà a sostituire Ballarò.
Credo che Semprini sia un magnifico collega, ma mi chiedo anche se tra i 1100-1200 giornalisti già in Rai non ce ne fosse uno in grado… Il fatto che si chiamino da fuori è lievemente mortificante per le professionalità aziendali. Sono convinto che abbiamo al nostro interno risorse straordinarie a cui attingere, che magari sono messe in un angolo, che si sentono un po’ mortificate o mal utilizzate. Ci sono meravigliose esperienze professionali che potrebbero essere valorizzate. Semprini è un magnifico giornalista, però l’idea che l’erba del vicino sia sempre più verde è un po’…. Nel calciomercato Higuain lo compri in Argentina perché qui non c’è. Sono convinto che Semprini sia Higuain, ma un qualche Higuain tra di noi c’è. E non parlo di me, sia chiaro.