Creatività. E’ questa la parola d’ordine del talent show condotto da Diego Passoni ogni sabato su Deejay Tv.
Lato C, è questo il titolo del programma, vede come protagonisti gli studenti del Master Art e Copy del Politecnico di Milano a cui offre una esperienza formativa unica: confrontarsi con il mondo reale della comunicazione. Abbiamo intervistato il conduttore per farci spiegare meglio Lato C…
Di cosa parla Lato C?
Lato C è un un talent realizzato all’interno e in collaborazione con il Politecnico di Milano. In ogni puntata si sfidano quattro squadre, ogniuna composta da due laureati o laureandi. Le squadre devono creare una campagna pubblicitaria, commissionata da un vero cliente. Hanno quindi 150 ore per realizzarla. Poi il cliente, insieme a due giurati, decidono chi vince la puntata. Le squadre vincitrici di ogni puntata si sfideranno nell’ultima in una campagna pubblicitaria a favore dell’Airc. Alla fine chi vince il programma vedrà realizzarsi la campagna e sarà assunto a tempo determinato in un’agenzia pubblicitaria.
Quindi entrerà dalla porta principale nel mondo del lavoro. Potremmo dire che si tratta del primo talent dove non si partecipa per la popolarità.
Esatto. Si chiama Lato C proprio per due motivi. C sta per creatività. Ma, in realtà, è per diversificare dal lato B (ride,ndr). È un modo per dimostrare che si può fare tv senza lato b, senza la fame di successo e di popolarità. Da noi partecipano ragazzi molto bravi.
Lato C è anche il nome dell’agenzia che mette in palio il posto di lavoro per il vincitore. Non è pubblicità un pò troppo spudorata?
No perché è una pubblicità dichiarata, non c’è niente di nascosto. Trattanosi di un’agenzia pubblicitaria va bene così.
Perché la gente dovrebbe stare a casa il sabato sera per vedere Lato C?
La gente non deve stare a casa a vedere Lato C (ride, ndr). Il programma dura poco, quindi il telespettatore può fare ciò che vuole sia prima che dopo. Non dura fino all’una come il Grande Fratello. C’è tutto lo spazio per fare altro. Poi ci sono almeno altri tre buoni motivi per vederlo: non è noioso, non ti manda a letto rimbambito e non c’è nessuno che canta o balla (ride, ndr).
E non ci sono storie “forti” alle spalle, aggiungerei..
E’ pazzesco. In questo programma, improvvisamente, non ci sono esibizioni, non ci sono bambini, non ci sono storie private disgraziate e non c’è un lato b neanche a cercarlo (ride, ndr).
Apparte gli scherzi. Sembri molto soddisfatto di questo programma..
Hai ragione. Lo faccio con grande gioia. La scelta dei ragazzi non è stata scontata. Mi aspettavo dei ragazzotti ancora legati al concetto di studiare e invece mi sono stupito. Hanno tirato fuori delle idee molto carine. Per me è un’esperimento riuscito, con grande dignità per tutti: per me, per l’Università, per l’agenzia e per i concorrenti.
Sul sito di Lato C c’è scritto: “Per le aziende sono aperte le iscrizioni per le prossime edizioni“. Dunque è già in preparazione una nuova edizione?
All’Università è piaciuta molto l’idea di Lato C e c’è in mente di fare una versione primaverile, più lunga e ricca. Ma non dipende da me…
Qual’è la tua opinione sui talent show che si vedono sulle altre reti tv?
Non sono contro ai talent, però bisogna saperli fare. Ci sono quelli belli e quelli che fanno schifo; e alla lunga la gente capisce quale sono i programmi che funzionano oppure no.
Non sono troppi?
Il problema non è che ce ne sono troppi, ma quelli belli sono pochi. Io vado pazzo per MasterChef, Amici, X Factor.
Quando eri un giovane ballerino alle prime armi, avresti partecipato ad un talent show?
Io ho smesso di ballare, per un’infortunio, l’anno in cui c’è stata la prima edizione di Saranno Famosi. Fra gli insegnanti c’era Maura Paparo e mi aveva proposto di andare ai provni. Ci avevo pensato a lungo, ma alla fine non me la sono sentita. Quindi ho sfiorato la possibilità di partecipare ad un talent pure io.
L’incontro con La Pina ha dato una svolta alla tua carriera?
Direi di si. Ci siamo conosciuti a GayTv dove avevamo due programmi diversi. Dopo un anno ci siamo incrociati. Lei aveva sempre un casino di borse e da una di queste spuntava un Teletubbies, Lala. Io l’ho visto, stupito perché amo i Teletubbies, e alla fine mi ha invitato a casa sua per vederli. Da quella sera… siamo amici (ride, ndr).
Perché Pinocchio, la trasmissione radiofonica che conduci insieme a La Pina, ha così grande successo?
La cosa più bella sono gli ascoltatori. Ci siamo esposti agli ascoltatori e la gente ci ha capiti. Quindi ogni giorno nella nostra trasmissione si creano momenti di condivisione e di grande divertimento. Il successo è dettato dai nostri ascoltatori che hanno grande autoironia.. per fortuna!
Sempre con La Pina hai condotto Nientology, su Deejay Tv. Ci sarà una nuova edizione?
Per il momento no. Magari si farà più avanti.
Un sogno professionale?
Condurre Sanremo con Milly Carlucci, colei a cui mi ispiro da sempre.
Allora proponiamo a Lorenza Lei (o chi per Lei) il trio Diego Passoni, Milly Carlucci e Gianni Morandi per la prossima edizione..
No, solo io e Milly Carlucci. Gianni Morandi basta.